Uccisa e fatta a pezzi, “giustizia riparativa” per il killer di Carol Maltesi

L’assassino, condannato a 30 anni tre mesi fa, è stato ammesso dal tribunale di Busto Arsizio al “Programma di giustizia riparativa”

Davide Fontana è l’uomo che, nel gennaio del 2022, ha massacrata di botte, sgozzata e fatta a pezzi la 26enne Carol Maltesi. Poi l’ha tenuta per mesi dentro un freezer comprato su internet e , infine, ha gettato i resti della ragazza in un burrone. L’assassino lo scorso giugno, in primo grado ha avuto una condanna a trent’anni di galera. Ieri il tribunale di Busto Arsizio l’ha inserito nel ‘Programma di giustizia riparativa’. La notizia ha sconvolto la famiglia della vittima. “Il sì dei giudici al reinserimento dell’assassino di mia figlia? Non è possibile, questa è un’ingiustizia… Adesso temo davvero che un giorno il mostro che ha massacrato e fatto a pezzi Carol possa tornare libero. Ora – ha detto Giuseppina Maltesi al Corriere della Sera – ho realmente paura per me, per il mio nipotino che ha solo sette anni e anche per altre persone…”.

Il programma di giustizia riparativa

Un provvedimento che è ancora tutto da chiarire, specialmente per quanto riguarda le tempistiche. Perché è il primo applicato in Italia, un «caso pilota», che comunque riguarda uno dei delitti più efferati degli ultimi anni, l’omicidio di Carol Maltesi. È una novità nel panorama forense, introdotta con la riforma Cartabia e di cui fino ad adesso si è parlato poco. Il ‘Programma di giustizia riparativa’ è un procedimento che permette,  sia alle vittime che all’autore di un reato di sedersi a un tavolo alla presenza si un mediatore, e di confrontarsi. Magari, addirittura, di perdonarsi,  se lo vogliono entrambi, però. E questo per Fontana potrebbe essere il primo scoglio, perché i parenti di Carol lo dicono già adesso, molto chiaramente e senza mezzi termini, che «non ci sarà mai alcun incontro né alcun perdono».

L’omicidio di Carol Maltesi

Davide Fontana, bancario food blogger di 44 anni, uccise la 26enne Carol Maltesi e ne disperse i resti, fatti a pezzi, perché si era reso conto che lei “si stava allontanando da lui, scaricandolo”. E’ quello che si legge nelle motivazioni della sentenza depositata dal Tribunale di Busto Arsizio che condanna l’assassino a 30 anni di carcere e non all’ergastolo, come era stato chiesto dall’accusa. Fontana, reo confesso, aveva raccontato agli inquirenti di aver ucciso la vicina di pianerottolo Carol Maltesi, con la quale intratteneva una relazione, colpendola in testa con un martello e tagliandole la gola tra il 10 e l’11 gennaio del 2022 mentre giravano un filmino hard nella casa di lei, a Rescaldina, in provincia di Milano.

Aveva poi fatto a pezzi il cadavere, tentando, senza riuscirci, di dargli fuoco in un braciere. In un secondo momento il bancario  aveva congelato i resti della ragazza di 26 anni in un frigo comprato su Amazon e poi li aveva gettati in un dirupo tra i monti bresciani, a Borno, dove erano poi stati ritrovati in quattro sacchi di plastica nel marzo del 2022.