Tumori urologici, crescono vertiginosamente i casi: a Palermo confronto sulle nuove terapie

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Crescono i casi di tumori urologici, ovvero le neoplasie che colpiscono prostata, testicolo, pene, vescica e rene. Negli ultimi undici anni (dal 2012 al 2023), si contano 10mila casi in più – erano circa 75mila nel 2022 e se ne contano oltre 85mila nel 2023 – con un 81% di pazienti che riescono a superare la malattia grazie alla prevenzione e alla gestione multidisciplinare. Ad accendere i riflettori su questa malattia il convegno dal titolo “La sfida uro-oncologica nel 2024: una risposta multidisciplinare”, in programma il 12 e 13 aprile all’Hotel NH di Palermo.

Analizzando più nel dettaglio il dossier “I numeri del cancro in Italia”, redatto dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica, nel 2023 sono state stimate circa 41.100 nuove diagnosi di neoplasie prostatiche, il tumore più frequente nella popolazione maschile dei Paesi occidentali, mentre sono 12.700 le nuove diagnosi di tumore al rene. Circa 29.700 le nuove diagnosi di tumore alla vescica nel 2023, mentre per il tumore ai testicoli il dato è aggiornato al 2022 con 2.470 nuove diagnosi.

I motivi di questo aumento? “Stili di vita e condizioni ambientali sono oggi fra i fattori più importanti imputabili all’aumento dell’incidenza dei tumori – spiega il prof. Nicola Pavan, responsabile scientifico del convegno e Dirigente medico della Clinica Urologica del Policlinico Paolo Giaccone di Palermo – In particolare per quanto riguarda i tumori in ambito uro-oncologico, fattori quali l’inquinamento dell’aria e dell’acqua sono sicuramente rilevanti, come è rilevante anche l’aumento del sovrappeso e della sedentarietà che risulta un fattore importante nelle concause dell’insorgenza del tumore del rene. Il tabagismo invece è sicuramente uno dei fattori scatenanti del tumore della vescica e la dismissione dal fumo aiuta molto nel prevenire recidive e progressioni della malattia”.

Da sottolineare che l’aumento dell’incidenza è dato anche da una maggiore capacità in termini diagnostici: insomma, sono sempre di più gli uomini attenti alla prevenzione e scelgono di sottoporsi a test diagnostici: “Le neoplasie urogenitali negli ultimi anni aumentano la loro incidenza sia per maggiore esposizione a fattori ambientali ed alimentari – spiega il dott. Ivan Fazio, responsabile del servizio di radioterapia presso la Casa di cura Macchiarella a Palermo e responsabile scientifico del convegno – sia per una maggiore capacità di diagnostica in termini di screening (la popolazione sana si sottopone a test diagnostici), e in termini di disponibilità di tecniche di imaging più accurate rispetto al passato”.

A presiedere il congresso, oltre ai dottori Pavan e Fazio, anche Carlo Messina, dirigente medico U.O.C. Oncologia P.O. del Civico di Palermo. L’organizzazione delle due giornate è a cura della segreteria organizzativa Fam Eventi.