In Sicilia no al sussidio Mia, percettori reddito di cittadinanza: “Inaccettabile, rischio rivolta sociale”

Pronti a nuove manifestazioni dopo le proteste di settimana scorsa a Roma

Mia

In Sicilia i percettori del reddito di cittadinanza dicono no al sussidio “Mia” (Misura di Inclusione Attiva), nuovo sussidio pensato dal governo Meloni al posto proprio del reddito. Il ministro Giancarlo Giorgetti è al lavoro per una valutazione di massima sulla sostenibilità delle nuove regole. Il nuovo decreto tra un paio di settimane potrebbe arrivare in consiglio dei ministri. 

Inaccettabile dare 375 euro a famiglie che a fine mese devono pagare un affitto – afferma a Palermo Live Toni Guarino, portavoce dei percettori del Reddito di Cittadinanza in Sicilia -. Qui si rischia una rivolta sociale. Non ci fermeremo, dopo essere stati anche a Roma. Procederemo con manifestazioni sempre più corpose contro il governo Meloni”.

Poi un attacco alla politica: “Siamo delusi da partiti come il Movimento Cinque Stelle e il Pd che ci avevano promesso di affiancarci nelle nostre battaglie, ma adesso ci hanno abbandonato”, afferma Guarino. 

“Mia”, il nuovo Reddito di Cittadinanza: i beneficiari

La Mia dovrebbe esser richiesta a partire da agosto o da settembre. Due le platee destinatarie:

  • famiglie povere senza persone occupabili dove c’è almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile.
  • famiglie con occupabili, dove non ci sono le situazioni precedenti ma almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d’età.

Importi e durate

La riforma dovrebbe prevedere in entrambi i casi una stretta sugli importi: 500 euro al mese per i nuclei composti da single, 375 per gli occupabili. Per i non occupabili, la Mia dovrebbe durare 18 mesi, per gli occupabili non più di un anno.

Requisiti

I requisiti Isee sull’indicatore di ricchezza familiare dovrebbero subire inoltre una forte stretta: dagli attuali 9.360 euro ai 7.200 euro. Così facendo, la platea dei beneficiari potrebbe essere tagliata di un terzo. Il requisito della residenza dovrebbe scendere da 10 a 5 anni. Le agenzie private del lavoro saranno coinvolte e incasseranno un incentivo per ogni persona contrattualizzata, a termine o part time.

Protesta fino a Roma

Quasi mille chilometri e 12 ore in autobus. È il viaggio dei disoccupati palermitani dalla Sicilia a Roma per difendere il reddito di cittadinanza. La scorsa settimana hanno manifestato a piazza dei Santi Apostoli, vicino alla prefettura.

Da quando il governo Meloni ha annunciato e poi approvato l’abolizione del sussidio, la mobilitazione a Palermo non si è fatta attendere. Dopo diversi presidi, un gruppo di disoccupati oggi è andato a bussare direttamente alle porte dei palazzi di Roma.

Bandiere della Sicilia e striscioni: “Lavoro o reddito”

“Il sussidio ha permesso ai percettori di sottrarsi dallo sfruttamento, dal lavoro in nero e dalla criminalità organizzata – spiega Davide Grasso, organizzatore delle proteste -. Ha restituito dignità sociale, quella che adesso il governo vuole togliere, calpestandola letteralmente. Così facendo la disuguaglianza sociale sarà sempre più ampia, i poveri saranno sempre più poveri e i ricchi saranno sempre più ricchi”.

Sventolano le bandiere della Sicilia, mentre uno striscione recita: “Lavoro o reddito dobbiamo campare”. L’obiettivo dichiarato è quello di sensibilizzare il governo italiano sulle condizioni particolari che vive l’isola, ai primi posti in Europa per disoccupazione e povertà.

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