Saranno gli “ecovandali” a pagare le spese di ripristino dei monumenti danneggiati

Oltre a multe e carcere, nel nuovo ddl è anche previsto che chi vandalizza pagherà l’elevato costo del ripristino

Negli ultimi tempi le azioni dimostrative dei giovani attivisti per il clima del collettivo “Ultima generazione” si sono intensificate. In ordine di tempo gli ultimi sfregi sono stati il liquido nero sversato nella fontana della Barcaccia in Piazza di Spagna e la vernice arancione lanciata da due attivisti contro Palazzo Vecchio a Firenze. Fratelli d’Italia ha dichiarato ’guerra’ agli eco-vandali e lo ha fatto con un disegno di legge che punta a rafforzare le misure in materia di tutela del decoro e del ripristino, nonché le sanzioni previste dal codice penale per chi imbratta beni culturali o ambientali.

La bozza del testo è ancora in fase di perfezionamento ed è composta da un solo articolo, recante modifiche al decreto legge numero 14 del 20 febbraio 2017 e all’articolo 635 del codice penale. Nel dettaglio, per chi ha riportato una o più denunce o è stato condannato – anche con sentenza non definitiva – per vandalismo o danneggiamento volontario di beni culturali tutelati, è previsto il divieto, per un minino di sei mesi ad un massimo di un anno, di avvicinarsi ad una distanza inferiore a 10 metri agli edifici sottoposti a tutela.

Oltre alle sanzioni già previste anche il pagamento dei costi di ripristino

La trasgressione del divieto comporta una multa che va dai 500 ai 1.000 euro. Il disegno di legge targato Fdi inoltre punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni anche chi deturpa o imbratta edifici pubblici o di culto ed edifici sottoposti a tutela come beni culturali. Inoltre nel nuovo disegno di legge c’è anche una norma che farà pagare agli eco vandali i costi che sinora sostenuti dalla collettività. E sono cifre non indifferenti, perché quando si colpisce un monumento o la facciata di un edificio o di un sito archeologico occorrono dei costi elevati per il ripristino della condizione precedente. Bisogna chiamare ditte e personale molto specializzato, e si tratta di operazioni costose. Con questo provvedimento è prevista una sanzione amministrativa che sarà comminata dai prefetti.

La reazione di “Ultima generazione”: «Il ddl non ci spaventa, pronti al carcere»

Il portavoce del collettivo di attivisti per il clima “Ultima generazione”, Simone Ficicchia, commentando con Adnkronos il ddl presentato al Senato da Fratelli d’Italia ha detto: «Siamo molto sorpresi nel vedere una maggioranza che invece di occuparsi della crisi climatica è sempre più attiva nel promuovere leggi ad hoc per punire azioni non violente messe in campo da persone preoccupate per il futuro di tutti».

Inoltre Ficicchia ha aggiunto: «Segnalo che esiste già il reato di danneggiamento, che ci è stato anche contestato come ipotesi di reato per le nostre azioni: ma probabilmente questo reato non può essere perseguito in tribunale proprio perché il danneggiamento non c’è mai stato. Per questo si punta a punire l’’imbrattamento’, ma questo rischia di portare a una interpretazione arbitraria della legge. E’ una cosa molto pericolosa. Il ddl di Fratelli d’Italia non ci ferma e non ci spaventa. Siamo pronti a qualsiasi rischio legale e anche ad andare in carcere».