Revoca licenza ai negozi per mancato pagamento tributi, Assoimpresa: «Inopportuna»

Le parole del presidente Attinasi sulla decisione del Comune

La decisione del Comune di Palermo di revocare la licenza, concessioni esistenti per le attività produttive o al diniego di autorizzazioni per l’avvio di nuove attività, per tutti coloro che non pagheranno i tributi locali nel 2021 viene vista da Assoimpresa «Inopportuna e fuori luogo».

«Non discuto la norma concettualmente perché per grandi linee la ritengo giusta – dice il presidente di Assoimpresa Mario Attinasianche se avrei apprezzato un coinvolgimento delle Associazioni datoriali, ma in questo momento drammatico per l’economia e per il mondo delle imprese, le istituzioni nazionali e locali hanno principalmente il dovere di infondere fiducia e di attuare provvedimenti e aiuti finanziari concreti per permettere alle aziende di rimanere in vita ed evitare quindi un disastro economico e sociale senza precedenti.  

Una scelta incomprensibile in una fase sbagliata che tocca tutto il Paese: «Appare sinceramente incomprensibile questa scelta dell’amministrazione comunale di Palermo in questo periodo storico, di accanirsi nei confronti delle Imprese del capoluogo con una delibera che a quanto pare stabilisce anche una soglia minima per potere chiudere le attività commerciali.
In questo periodo di grande depressione economica – sottolinea Attinasi – le imprese si attendono solo aiuti e provvedimenti concreti come per esempio la modifica dell’articolo 5 che potrebbe sbloccare l’apertura di nuove attività commerciali ed invece assistiamo incredibilmente all’approvazione di una delibera che dimostra quanto la politica sia lontana dalla realtà e soprattutto dal mondo delle imprese. Questo provvedimento tra l’altro va in controtendenza a quanto sta facendo il Governo Nazionale per le Imprese per scongiurare la chiusura definitiva di migliaia di attività commerciali e migliaia di nuovi disoccupati».

POSSIBILE PROTESTA

Assoimpresa valuterà nelle prossime ore se scendere in piazza per una protesta civile ed intanto ha affidato ai propri legali lo studio per stabilire se procedere con un ricorso al Tar.
«I contenuti della delibera erano già noti da tempo – dice l’avvocato Angelo Cuva – e il Consiglio nonostante le motivate osservazioni critiche da più parti espresse è andato avanti approvandolo, inopportunamente, in un momento che ne aggrava gli effetti e andando in evidente controtendenza rispetto ai provvedimenti emergenziali. Valuteremo a breve la sussistenza delle condizioni che giustificano l’impugnazione della delibera»