Tragedia di Mestre, scoppia la polemica sul guardrail sfondato: “Avevamo in progetto di rifarlo”

L’ad dell’azienda di trasporto, Massimo Fiorese: “Le immagini dei filmati che abbiamo visionato mostrano il pullman che si appoggia alla protezione che è quasi una ringhiera”

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“È un momento di lutto per tutti, in cui stare in silenzio. Sia il presidente della Regione, sia il Sindaco hanno chiesto alla Presidenza del Consiglio l’indizione di tre giorni di lutto, con bandiere a mezz’asta in tutta la Regione”. A parlare così ai giornalisti è il Prefetto di Venezia, Michele Di Bari, dopo la tragedia del pullman di linea che ieri sera è precipitato dal cavalcavia della Vempa provocando la morte di 21 persone, tra cui un neonato, un 12enne e una ragazza minorenne. 15 i feriti.

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Tragedia di Mestre, la polemica sul guard rail

Dai video il guard rail sembra una ringhiera, le immagini dei filmati che abbiamo visionato mostrano il pullman che si appoggia alla protezione che è quasi una ringhiera”. Così ha dichiarato Massimo Fiorese, amministratore delegato de La Linea, azienda di trasporto che svolgeva il servizio dedicato ai turisti tra il camping di Marghera e Venezia.  

“Nel progetto da oltre 6 milioni di euro di rifacimento del cavalcavia erano compresi anche un nuovo guardrail e la modifica del parapetto”, ha ribattuto l’assessore comunale ai trasporti Renato Boraso.

 La dinamica del disastro è ancora da definire. Tra le ipotesi, quelle di un malore del conducente e del coinvolgimento di un altro mezzo. “Nessuno sa ancora esattamente cosa sia successo, quello che sappiamo è che c’era una telecamera fissa sul cavalcavia. Da quel che ho visto delle immagini, per quel poco che si può vedere, si vede il bus arrivare a meno di 50 km/h, si vedono gli stop che si accendono, quindi avrebbe frenato. Poi si vede che il mezzo si ‘appoggia’ al guardrail, si ribalta e cade giù”. Così ha dichiarato Massimo Fiorese.

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Pullman vola dal guardrail, Zaia: “Mi si è gelato il sangue”

Al momento i quattro feriti più gravi si trovano ricoverati in Rianimazione, tre all’ospedale dell’Angelo di Mestre e uno a Dolo. Avrebbero tutti tra i 20 e i 30 anni. 

“Mi ha chiamato il responsabile del servizio 118 del Veneto. Mi sono subito allarmato perché so che quando mi chiama lui è successo qualcosa di veramente grave”. A raccontarlo al Corriere della Sera è il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. “Senza giri di parole mi ha detto: ‘Presidente, c’è stata una strage’. Mi si è gelato il sangue. Le notizie che poi sono arrivate via via nel corso della serata hanno confermato che ci troviamo di fronte a una tragedia che ha pochi eguali in Europa”.

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