Strage di Capaci, davanti all’aula bunker folle di giovani per ricordare Giovanni Falcone

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Via alle commemorazioni nel 31esimo anniversario della strage di Capaci, nella quale persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Davanti all’aula bunker, dove si è celebrato il primo vero processo a Cosa Nostra, tanti i volti noti dell’antimafia, le autorità e i rappresentanti delle istituzioni ma anche e soprattutto giovanissimi.

Ottanta di baby sindaci, provenienti da diversi comuni italiani, presenzieranno con le loro fasce tricolore mentre il coro del Liceo Classico Meli di Palermo leggerà tutti i 27 nomi delle vittime delle stragi di mafia. Non solo Capaci quindi, ma anche le stragi compiute da Cosa Nostra a Firenze, Roma e Milano, che giungono ora al loro trentunesimo anniversario. Atteso, inoltre, intorno alle 11.45 l’intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni, impegnata a fronteggiare l’emergenza delle popolazioni alluvionate dell’Emilia Romagna. Il video messaggio sarà diffuso durante la cerimonia all’aula bunker. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sarà invece presente all’inaugurazione del giardino di Palazzo Jung.

Strage di Capaci, la diretta dalle commemorazioni

12.07 – Maria Falcone: “Il 23 maggio 1992 fu una giornata devastante per me. Ricordo, qualche giorno dopo la strage, un’amica mi portò un biglietto che aveva preso sotto l’albero Falcone. “Non siete morti invano, continueremo noi la vostra lotta”. Siamo qui dopo 31anni adesso a parlare di Giovanni e Paolo come due eroi per i giovani. È cambiato molto ma non totalmente. Ma l’affetto della gente mi spingerà sempre ad andare avanti”.

12.00 – Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: “Con la cattura di Matteo Messina Denaro si è posto termine alla mafia stragista. Quella è sicuramente è superata ma non va sottovalutato il passaggio. La mafia che si rende più pericolosa nei circuiti economici, diffusa su tutto il territorio nazionale. Le mafie adesso convivono e si spartiscono il traffico d’affari, soprattutto quello della droga. Serve mantenere sempre alta l’attenzione, un’aggiornata applicazione della legislazione, il rafforzamento delle forze dell’ordine”.

11.00 – Il sindaco Roberto Lagalla tiene il suo intervento dal palco davanti all’aula bunker. “Dalle stragi a oggi si è innescato in questa città un diffuso meccanismo sociale di rigetto della mafia”, afferma. “I pericoli restano e trovano potenziale radicamento nelle infiltrazioni nelle pubbliche amministrazioni”. “Abbiamo un dovere preciso: il buon governo – sottolinea -. Questo è il nostro impegno”. Spazio anche al ricordo delle stragi di Firenze, Milano e Roma, “che cagionarono vittime innocenti e segnarono momenti tra i più drammatici dell’attacco di Cosa Nostra al cuore della Repubblica”.

10.38 – “Da qui è passata la storia del Paese”, ha dichiarato Pietro Grasso, giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra, tra il 1986 e il 1987. “Qui – ricorda ancora l’ex giudice, poi presidente del Senato – ho vissuto intensamente un momento emozionante. Il primo giorno entrai qui con un groppo alla gola: c’erano tanti imputati, molti avvocati, 500 giornalisti. Da allora la mia vita è cambiata, a partire dai rapporti con la famiglia”.

Grasso ripercorre le tappe del processo e i mille ostacoli. “Riuscimmo – dice – a tenere il passo e a salvare il processo con scelte in linea con le leggi e con la procedura. Abbiamo fatto solo il nostro dovere”. Rivolgendosi ai ragazzi presenti nell’aula bunker, Grasso riconosce che in questi anni si è rafforzata la coscienza civile e il rifiuto di Cosa nostra: un percorso che passa attraverso la scuola, diventata “la vera antimafia sociale”. In conclusione il ricordo di Giovanni Falcone, che gli affidò un accendino dopo avere smesso di fumare:  un gesto di affetto che ora Grasso ricambia tirando fuori l’accendino, che alza con la fiammella accesa tra gli applausi dei ragazzi.

L’arrivo del ministro Piantedosi

9:55 – Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha deposto una corona d’alloro al suo arrivo a Palermo, davanti alle stele di Capaci che ricorda l’attentato del 23 maggio 1992. Alla cerimonia di commemorazione erano presenti il capo della polizia Vittorio Pisani; il prefetto Francesco Messina, direttore centrale Anticrimine della Polizia; il prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta, il questore di Palermo Leopoldo Laricchia e la vedova del caposcorta di Falcone, Tina Montinaro.

Ore 9.05 – “Magistrati come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino hanno demolito la presunzione mafiosa di un ordine parallelo, svelando ciò che la mafia è nella realtà: un cancro per la comunità civile, una organizzazione di criminali per nulla invincibile, priva di qualunque onore e dignità. La mafia li ha uccisi, ma è sorta una mobilitazione delle coscienze, che ha attivato un forte senso di cittadinanza”. Così ha dichiarato in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Nelle istituzioni, nelle scuole, nella società civile -ha aggiunto  – la lotta alle mafie e alla criminalità è divenuta condizione di civiltà, parte irrinunciabile di un’etica condivisa. L’azione di contrasto alle mafie va continuata con impegno e sempre maggiore determinazione. Un insegnamento di Giovanni Falcone resta sempre con noi: la mafia può essere battuta ed è destinata a finire”.

Palazzo Jung, inaugurato giardino della memoria

Alla presenza del ministro Piantedosi, del presidente della Regione Schifani e del sindaco di Palermo Lagalla è stato inagurato il giardino della Memoria a Palazzo Jung, luogo dove sorgerà un museo dedicato alle vittime di mafia. Presente anche Panormedil Cpt.

“Abbiamo voluto anche noi come Panormedil-spiegano in una nota congiunta il presidente ed il vicepresidente del Panormedil Cpt, Gaetano Scancarello e Pasquale De Vardo- dare il segnale di vicinanza e il nostro contributo per la difesa della legalità e la lotta ad ogni forma di criminalità organizzata e per lanciare il messaggio che la legalità deve essere praticata anche nei cantieri edili per la tutela dei lavoratori.

Siamo stati ospiti della fondazione Falcone, con i ragazzi che hanno preso già parte alle attività per la settimana mondiale della sicurezza, che è partita lo scorso 28 aprile, per dare testimonianza concreta e di sostegno ad ogni iniziativa utile per infondere la cultura della legalità.

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