Spaccio di crack a Palermo, arrestati due giovani a Brancaccio

I finanzieri sono stati insospettiti dall’insolito afflusso di ragazzi, anche di giovanissima età, che si verificava soprattutto in orario serale presso un appartamento in corso dei Mille. Uno dei due arrestati era già sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora

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Arrestati due giovani palermitani, rispettivamente di 32 e 22 anni, accusati di gestire una fiorente piazza di spaccio nel quartiere di Brancaccio. Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip della locale Procura sono stati i finanzieri del comando provinciale di Palermo, all’esito di un’articolata attività di indagine. Secondo gli inquirenti i due uomini avrebbe sfruttato la posizione favorevole e la struttura dell’abitazione del più giovane per gestire il traffico di droga. 

Spaccio di crack a Palermo, l’operazione della Guardia di Finanza

L’attività investigativa è scaturita dall’andirivieni di giovani notato dai Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego presso un appartamento su corso dei Mille. I militari sono stati insospettiti dall’insolito afflusso di ragazzi, anche di giovanissima età, che si verificava soprattutto in orario serale. Ravvisata la mancanza di luoghi di ritrovo, quali pub o pizzerie, hanno deciso di quindi approntare un servizio di osservazione e controllo più incisivo.

Grazie anche ad appositi dispositivi di videosorveglianza, installati nelle immediate adiacenze dello stabile, i finanzieri hanno prima raccolto chiari indizi a conferma dell’ipotesi investigativa e poi ricostruito un vero e proprio business di assoluto rilievo individuando un’attività di spaccio di crack, che sarebbe stata condotta dai due consociati quotidianamente. L’attività di osservazione e i successivi controlli hanno permesso di ipotizzare prima e di stimare poi in circa 1800 le cessioni mensili. Un guadagno netto pro capite pari ad almeno 5000 euro al mese.

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Il locale per lo stoccaggio a Brancaccio

Nel corso delle indagini si è proceduto a effettuare una serie di necessari e importanti riscontri nei riguardi degli acquirenti, volti a corroborare la tesi dello spaccio perpetrato all’interno delle mura dell’abitazione dai due, non nuovi ad analoghe condotte. Il più giovane, residente nella casa, risultava sottoposto alla misura dell’obbligo di dimora, da scontare all’interno del comune di residenza con rientro serale previsto dalle ore 21.00 alle ore 07.00. Nonostante la misura, gli “affari”, anche in orario serale, sarebbero proceduti spediti con decine di cessioni di dosi di crack effettuate nei riguardi degli avventori e puntuali rifornimenti di stupefacente proveniente da locali adibiti allo stoccaggio.

All’interno di uno di questi, un box in lamiera insistente su pubblica via nei pressi dell’area industriale di Brancaccio, i militari hanno rinvenuto, anche mediante l’ausilio di unità cinofile, circa 30 grammi tra crack e cocaina, consentendo così di individuare uno dei depositi utilizzato dai due giovani per il cosiddetto “pronto spaccio”. I due indagati, inoltre, al fine di ostacolare le attività investigative, avrebbero proceduto a creare delle vere e proprie barricate, collocando dei frangivista sulla ringhiera della palazzina che dava sulla pubblica via, nonché installando delle telecamere esterne così da poter prevenire e di conseguenza sottrarsi ai continui controlli delle forze di polizia.

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Sequestro preventivo da 30mila euro

Sulla base degli elementi investigativi così raccolti dai finanzieri, il gip della Procura di Palermo ha emesso l’ordinanza oggi eseguita. Disposto altresì il sequestro preventivo, anche per equivalente, del profitto del reato, per un ammontare complessivo di 30mila euro circa, frutto delle cessioni di stupefacente accertate con i riscontri nei confronti degli acquirenti.

Il crack rientra nel novero delle “droghe pesanti”, considerato altamente pericoloso poiché in grado di indurre elevata dipendenza, rapida assuefazione psicologica e fisica, e di aumentare gli istinti violenti alterando i principali centri di controllo del sistema nervoso centrale. Si tratta, purtroppo, di una pericolosissima sostanza stupefacente sempre più diffusa, soprattutto nei quartieri popolari e tra i più giovanissimi, in virtù del suo basso costo d’acquisto.

Si evidenzia che il provvedimento cautelare in argomento è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare. Pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.

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