Scuola, problemi con la graduatoria delle insegnanti supplenti a causa dell’algoritmo: ecco cosa sta succedendo

La procedura informatizzata per l’assegnazione delle supplenze continua a generare perplessità nei docenti inseriti all’interno delle Gps, le graduatorie provinciali da cui vengono tratti i supplenti per gli incarichi fino al 30 giugno o al 31 agosto 2023

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Problemi nell’assegnazione delle supplenze a scuola. Non è la prima volta che succede, in realtà; già lo scorso anno si erano riscontrate non poche perplessità sul funzionamento dell’algoritmo e sulla complessità della procedura informatica cui gli insegnanti precari devono annualmente attenersi per richiedere l’incarico. Ecco che quindi in diverse regioni italiane si registrano di nuovo numerose richieste d’aiuto ai sindacati di settore da parte dei docenti inseriti nelle Gps, graduatorie provinciali da cui vengono tratti i supplenti per gli incarichi fino al 30 giugno o al 31 agosto 2023.

Scuola, l’algoritmo della discordia

Procediamo con ordine. Le operazioni per l’assegnazione delle supplenze vengono gestite automaticamente da un algoritmo. Il sistema è figlio del ministero di Lucia Azzolina, sul cui solco poi si è mosso anche il successore al dicastero Patrizio Bianchi

L’uso del software si inserisce non solo nel quadro delicato creato dal Covid, ma anche nel contesto che vide il ministro Bianchi affermare che la scuola sarebbe iniziata con tutti i docenti in cattedra. Cosa che poi non si è verificata. Sulla procedura non sono mancate critiche e perplessità: diversi docenti hanno denunciato presunti errori nel calcolo dei punteggi o nell’assegnazione dei posti. In alcuni casi l’algoritmo ha dato la precedenza a chi aveva un punteggio inferiore.

Parasporo, Uil Scuola: “Decreto farraginoso”

“Più che l’algoritmo, qui il problema è il decreto con cui si attua la regolamentazione supplenze. L’algoritmo segue quello. Il decreto è molto farraginoso, complicato e fastidiosamente complesso da applicare. Ci sono molti paletti, che distruggono le speranze delle persone che sbagliano a compilare la domanda”. A chiarire a Palermo Live un quadro complesso anche per gli addetti ai lavori è Claudio Parasporo della Uil Scuola.

Il sistema è rigidamente configurato per rispettare l’ordine espresso nella domanda dal docente. Dunque, se la prima preferenza è una scuola e contemporaneamente si seleziona la tipologia di contratto fino al 31 agosto, al 30 giugno e anche lo spezzone, nel caso in cui sia disponibile solo lo spezzone in quella scuola, l’algoritmo lo assegnerà al candidato. La seconda scelta sarà quindi ignorata, anche qualora si trattasse di un incarico fino al 31 agosto.

“Non è una follia l’algoritmo in sé – commenta Parasporo – ma il decreto che stabilisce come dare le supplenze”. Alla complessità delle regole, si aggiungono poi i problemi relativi alle tempistiche. “Hanno provato a essere puntuali ma abbiamo una questione di ritardi che è nella definizione degli organici. Se continuo a dare posti in deroga su sostegno nelle vare province della Sicilia, è chiaro che le supplenze avverranno dopo che hanno dato i posti in deroga, non possono avvenire prima. Una delle richieste che arrivò da noi sindacati fu quella di non far fare la convocazioni ai primi di settembre, quando la scuola è chiusa. Si poteva aspettare il 25/30 settembre, radunando tutti i posti che si venivano a creare man mano che si apriva la scuola, e fare un’unica convocazione. Si sarebbero risolti molti problemi – non dell’algoritmo – ma del decreto”.

Ridefinire il sistema

Da un lato quindi c’è “un decreto molto farraginoso”, dall’altro una questione di “organici che vengono definiti consequenzialmente”. “Tutt’ora vengono dati ancora posti in deroga su sostegno – aggiunge Parasporo -. Questo è un bene perché comunque c’è una forte attenzione del Ministero, e dell’Usr in particolare, ai ragazzi disabili. I posti che vengono dati adesso sono infatti tutti per disabili perché vengono riconosciuti successivamente all’inizio della scuola e allora il Ministero, tramite l’Ufficio scolastico regionale, autorizza i posti per il sostegno. È chiaro che questi posti dati ora vengono dati a chi è ultimo in graduatoria e magari sono i migliori perché sono a Palermo o Catania centro”.

“Quindi è una questione non tanto di algoritmo – conclude il sindacalista – ma di riuscire a definire un sistema in maniera tale che permetta in pochi passi di assegnare le supplenze. È assurdo farle all’inizio di settembre, quando ancora mancano tutti questi posti all’appello dati da riconoscimenti successivi. O magari da persone che cambiano lavoro: c’è ad esempio chi passa dal fare il docente delle elementari, con l’art. 59, alle scuole superiori. Questi posti si liberano non l’1 settembre, ma dopo; spuntano quindi non in prima ma in seconda o terza convocazione. La supplenza ti ha già superato e il posto tocca a chi è ultimo in graduatoria”.

“È un sistema molto farraginoso. Il problema è chi ha congegnato il decreto e gli era stato detto all’inizio. Tutti i sindacati infatti avevamo detto di cambiare questo decreto in origine fatto dall’Azzolina; Bianchi ha invece continuato sul solco non sistemando tutto ciò che c’era da sistemare per quanto riguarda le supplenze. Ora chi rinuncia a una supplenza viene cancellato per due anni di dirigenza da tutte le graduatorie”.

“Se si fosse aspettato almeno il 15/20 settembre per le prime convocazioni, ci sarebbero state molte meno lamentele – conclude Parasporo -. Ma non mi sento di dire che l’errore è stato fatto in Sicilia, all’Usr o ai provveditorati, perché hanno comunque eseguito un ordine dal Ministero che si è intestardito sul dire che l’1 settembre i docenti sono in cattedra; quando l’1 settembre le cattedre in realtà non ci sono perché la scuola iniziava dopo”.

 

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