Pensioni, Governo al lavoro su nuovi aumenti: ecco cosa potrebbe accadere

L’annuncio del vicepremier Matteo Salvini: “Il 1° maggio faremo un Consiglio dei ministri dove ci sarà un altro sostanzioso e sostanziale aumento delle buste paga e delle pensioni più basse”

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La risoluzione al Def presentata ieri, 27 aprile, afferma che la maggioranza di governo si è impegnata a “valutare, nell’ambito degli eventuali spazi di bilancio disponibili per la prossima manovra, un intervento in materia di innalzamento delle pensioni minime“. Un dato che si aggiunge alle dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini, che pochi giorni fa aveva annunciato: “Il 1° maggio faremo un Consiglio dei ministri dove ci sarà un altro sostanzioso e sostanziale aumento delle buste paga e delle pensioni più basse”.

Le possibilità

Non è ancora chiaro a quali misure si riferisse il leader della Lega. Il Corriere della Sera ragiona sulle varie possibili opzioni; una di queste potrebbe essere l’anticipo dell’aumento delle pensioni del 2,7%, già calendarizzato per il 2024. Tuttavia si tratterebbe di un importo non esattamente “sostanzioso e sostanziale”: più o meno 11 euro. Un’altra ipotesi è quella dell’anticipo da parte del governo delle tempistiche anche per il nuovo adeguamento al costo della vita, come già fatto nel novembre 2022.  

In attesa di eventuali mosse del governo, resta comunque la considerazione che il margine di manovra per interventi corposi e strutturati, con i fondi a disposizione, non pare molto ampio. La maggior parte delle risorse dovrebbe infatti andare al taglio del cuneo fiscale.

Gli aumenti alle pensioni

In fatto di pensioni pare comunque che si voglia proseguire lungo il cammino intrapreso dall’inizio del 2023, quando le pensioni minime sono passate da 525 a 575 euro. Amento più consistente per chi ha più di 75 anni, per cui il livello più basso possibile è stato portato a 600 euro.

Tutti gli assegni pensionistici, oltre a un +1,5%, sono stati poi in generale rivalutati tenendo conto della spinta inflazionistica, a seconda delle diverse fasce di reddito. Quindi i percettori di pensioni fino a quattro volte il minimo hanno visto la rivalutazione dell’assegno del 100% sulla base dell’inflazione, fissata al 7,3%. Gli assegni tra le quattro e le cinque volte il minimo sono stati rivalutati all’85%, quelli tra le cinque e le sei volte il minimo al 53%, quelle tra le sei e le otto volte al 47%, quelle tra le otto e le dieci al 37% e quelle oltre le dieci al 32%.

 

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