“Non tremo più”, il secondo singolo del palermitano Pasquale Provenzano: l’intervista

È uscito il secondo singolo del cantautore palermitano Pasquale Provenzano, ventiseienne cantautore e polistrumentista palermitano

È uscito il secondo singolo del cantautore palermitano Pasquale Provenzano, ventiseienne cantautore e polistrumentista palermitano. Un brano che ci porta a vivere quegli amori estivi destinati a durare per sempre e che vorremmo sentirci raccontare.

Provenzano ha uno stile che mescola il synth al cantautorato con delle influenze che vanno da Dalla a Colapesce e Di Martino passando per John Mayer. Il video del brano ci porta sulle strade siciliane a bordo di una cabriolet, una sequenza che alterna momenti di viaggio on the road e la spiaggia, scenario perfetto per cantare la propria voglia di vivere, di amare e di sentirsi bene. La produzione artistica del brano è di Pasquale Provenzano, mentre la produzione audio è a cura di Mind.

L’arrangiamento e mix sempre di Pasquale Provenzano, invece il mastering a cura di Eleven Mastering. Inoltre, hanno contribuito al brano Vincenzo Guerrieri (grafica e foto) e Jacopo Clemenzi e Davide Casciolo (foto). Questo singolo segue la prima uscita “Multinazionale” e sarà contenuto nell’album di esordio del giovane cantautore che si intitolerà “Piccole, minuscole cose”. Conosciamo meglio Pasquale Provenzano.

Ciao Pasquale. Raccontaci il tuo percorso artistico.

Ciao a voi! Piacere di conoscervi! Io sono Pasquale, ho 26 anni, sono un musicista e da qualche anno vivo sulla SS118, che poi diventa SS121, superato il bivio di Bolognetta. Scherzi a parte: per parlare del mio percorso artistico non posso fare a meno di pensare agli spostamenti che tutt’oggi continuano ad condizionare il mio modo di fare musica. Sono cresciuto a Prizzi, in provincia di Palermo e ho iniziato a scrivere alle elementari. Non è uno scherzo, eh! All’età di dieci anni scrivevo davvero dei brevi racconti, nei quali facevano da protagonisti dei personaggi verosimili. Avvertivo l’esigenza di costruirmi un mondo avulso dal resto, di inventare delle storie nella quali perdermi (e delle quali poter avere il pieno controllo). Ho iniziato a suonare la chitarra a sedici anni. Allora frequentavo il liceo classico a Lercara Friddi (PA) e suonavo con parecchie band. Scrivevo canzoni, ma non le cantavo. Mai! Al massimo cedevo quel ruolo al cantante di turno. Dopo le superiori mi sono trasferito a Palermo. Qui mi sono laureato in giurisprudenza. Era il 2019 quando decisi per la prima volta di mettermi davanti al microfono. Negli anni mi ero reso conto di non aver trovato nessuna voce che potesse interpretare a pieno il mio punto di vista. Dunque, se volevo comunicare qualcosa, dovevo fare da me. Ho iniziato così a frequentare i locali del centro città, nei quali ci si potesse esibire, o i centri culturali… Fino a quando la pandemia non arrivò a guastare ogni piano. Così, chiuso in casa e neolaureato, iniziai a smanettare con qualche programma di produzione musicale (che per i pro si dice DAW). Mi avvicinai ad altri strumenti (come il basso, i synth, la drum machine…) e, sperimentando, iniziai a pubblicare le mie prime demo. Arrivato il momento della riapertura iniziai a prendere parte a numerosi contest, che hanno permesso alla mia musica di risuonare all’interno di varie kermesse, come Casa Sanremo o l’EYE 2021 di Strasburgo. Oggi sono fuori con due singoli che anticipano il mio primo album, autoprodotto nel mio home-studio ed edito da MIND, etichetta discografica palermitana con la quale collaboro da mesi.

“Non tremo più” è il tuo nuovo singolo. Come nasce?

È una domanda alla quale non voglio rispondere in modo romantico. La produzione di “Non tremo più” è stata un po’ un esperimento. Volevo scrivere un brano che sapesse d’estate. Per intenderci: uno di quei brani che potrebbe fare da colonna sonora alla pubblicità del Cornetto Algida. Il brano nasce nel mio primo home-studio, a Prizzi. Per essere esatti è lì che ho prodotto la strumentale, mentre il testo è stato scritto all’incirca un anno fa, dopo essermi ri-trasferito a Palermo (insieme a tutto l’ambaradan che occupava prepotentemente casa dei miei genitori). “Non tremo più” è un brano leggero, un soffio d’estate. Una canzone dal sapore mediterraneo che trasmette quel mix di gioia e malinconia tipico dei tramonti estivi. Ed è proprio al calar del sole che abbiamo girato un videoclip meraviglioso, a bordo di una cabriolet che sfrecciava sulla litoranea, tra Tusa e Campofelice di Roccella. È stato molto divertente, liberatorio! Colgo l’occasione per ringraziare il comparto video di MIND, in particolare Vincenzo Guerrieri.

Qual è il messaggio che vorresti arrivasse tramite la tua musica?

Alla fine mi toccherà diventare romantico. Lo sapevo! Beh, il messaggio sta proprio in quanto ho appena detto: ricerca di semplicità; a tratti leggerezza. Da non confondere con il pressappochismo. Se c’è una cosa che ho imparato negli ultimi due anni è che bisogna godere di ogni momento, di ogni esperienza. Scrivo canzoni con l’intento di comunicare messaggi, di condividere un sentimento, di unire le persone. Anche se con sonorità e linguaggi differenti, i due singoli estratti dal mio primo album (in ordine di uscita: “Multinazionale” e “Non tremo più”) sono due facce della stessa medaglia. In entrambi i testi c’è un invito, più o meno diretto, a cogliere i momenti che la vita ha da offrirci. Sono fermamente convinto che tutto quello che ci serve si trova già intorno a noi. Nella bellezza delle piccole cose troviamo quel che serve a vivere bene. Non serve nient’altro.

Questa ultima traccia insieme alla prima faranno parte di un progetto più ampio?

Come già anticipato ci sarà un disco, intitolato – guarda caso – “Piccole, minuscole cose.”, ma prima potrebbero arrivare degli altri estratti… Quindi orecchie aperte! Basta restare sintonizzati sui miei canali per scoprire cosa accadrà nei prossimi mesi. Mi trovate su Spotify, YouTube, Apple Music, Instagram (come pasqualeprovenzano.ig), c’è anche una pagina Facebook… Sono praticamente ovunque. Non avete scusanti! Ed io adoro stare in contatto con il “pubblico”.

Esiste un legame tra la tua arte e la nostra Palermo?

È buffo che abbia iniziato questa intervista parlando di spostamenti. C’è un legame con tutti i posti che frequento, con la gente che incontro sul mio percorso. Palermo mi sta sicuramente dando molte possibilità. Purtroppo la Sicilia patisce da sempre la scarsa considerazione che i suoi amministratori hanno dimostrato per la musica live ed in generale per tutto l’indotto. Da qualche mese sembrerebbe che – concedetemi la battuta – la musica sta cambiando. Stanno nascendo numerose realtà che puntano a trasformare finalmente la musica in un lavoro. Lo stesso Assessore al turismo, sport e spettacolo della Regione Sicilia, Manlio Messina, ha recentemente confermato la sua volontà di istituire un’agenzia che si occupi della promozione della musica in Sicilia, con una legge appena approvata dall’Assemblea Siciliana. Il punto è che negli stessi giorni il Presidente Musumeci ha rassegnato le sue dimissioni. Dunque non saprei cosa aspettarmi per i prossimi mesi. La Sicilia è da sempre terra di contraddizioni. Come si dice a Palermo? «Il problema di Palermo non è Palermo. Sono i Palermitani.» (che poi credo possa dirsi lo stesso per l’intera specie umana). Al di là di ogni colore politico, questa città – con la Sicilia intera – merita molto di più. C’è una spinta culturale che viene dal basso. Un sottobosco artistico più florido che mai. Va alimentato perché è da lì che sbocceranno i fiori più belli. Da lì sorgeranno gli arbusti più rigogliosi. E se ne sente già il profumo! Spero che il 2023 porti con sé la primavera culturale che tutti noi meritiamo. Sento di dovere molto a questa terra. Perciò ho deciso di restare a Palermo e costruire da qui il mio progetto artistico. Auguro a tutti gli artisti siciliani di arrivare dove più desiderano. E auguro buon lavoro a chiunque sia occupato in questo settore che sembra finalmente rinascere. Buona musica. Buona vita a tutti.

Credit Foto Vincenzo Guerrieri