Il sogno del posto fisso e la gioia per la comunione della figlia: le storie delle vittime di Casteldaccia

Sognava il posto fisso Giuseppe La Barbera, il più giovane degli operai morti ieri a Casteldaccia. Giuseppe aveva soltanto 28 anni, padre di due figli, e tra qualche giorno avrebbe festeggiato i cinque anni di matrimonio. Unico lavoratore interinale Amap tra le vittime, ad amici e colleghi aveva confidato di sperare nel contratto a tempo indeterminato. Cresciuto nel quartiere di Ballarò, era conosciuto da molti che lo ricordano oggi per la sua generosità e per la sua voglia di non arrendersi.

Giuseppe Miraglia

Giuseppe Miraglia, 47 anni, residente a San Cipirello, avrebbe festeggiato domenica prossima la comunione della figlia insieme a tutta la famiglia. “Contava i giorni. Come si fa a morire così in una giornata di lavoro come un’altra”, scrivono amici e familiari sui social.

Epifanio Alsazia

Dall’amore per i figli a quello per i nipoti, come quello che provava nonno Epifanio Alsazia, 71 anni. Imprenditore, originario di Partinico, da circa quarant’anni abitava nella vicina Alcamo. Una famiglia molto conosciuta e benvoluta in paese.

Roberto Raneri e Ignazio Giordano

Roberto Raneri, 51 anni di Alcamo, era un grande tifoso del Milan e un papà affettuoso. Lascia due figli così come Ignazio Giordano, 59 anni di Partinico, definito da tutti colleghi come un operaio esperto. Lavorava da tanti anni per l’azienda Quadrifoglio group.