La sparatoria al bar, un morto e tre feriti: il terrore dei clienti in un VIDEO

Chi ha sparato, sentendosi braccato dalle forse dell’ordine, si è costituito. Le indagini orientate negli ambienti della prostituzione

Il bar pieno di lineti il sabato sera, gli spari e il terrore. Diffuse le immagini delle telecamere del locale di Frosinone, lo “Shake bar”, dove la sera del 9 marzo si è consumata una sparatoria.

Nel dehor era seduto anche Michea Zaka con altri quattro amici. Il giovane aveva con sé una pistola, forse perché temeva qualcosa o qualcuno. Come i fratelli Kasmi, Kasemi (27 anni) ed Ervin, che all’improvviso hanno fatto irruzione nello spazio esterno del bar insieme ad altri due amici. Lo scontro con Michea Zaka è stato immediato, diretto.

Le telecamere del locale ‘raccontano’ tutto quello che è accaduto in una manciata di secondi. I Kasmi affrontano Zeka e lui estrae subito l’arma facendo fuoco. Sette colpi: cinque in rapida successione, una breve pausa e poi il sesto, e dopo venti secondi il settimo. Se sia il colpo di grazia nessuno ad ora lo sa. Le immagini non lo mostrano. A terra rimangono Kasemi ed Ervin.

Inutili i tentativi di rianimare Kasemi

La confusione è stata massima, con un fuggi fuggi generale. È arrivata la polizia con il 118, che per una ventina di minuti tenterà di rianimare Kasemi, ma l’uomo muore tra le mani dei medici. A Frosinone lo conoscono bene, è soprannominato ‘Carletto’: la polizia ha accertato la sua identità dopo ore e poco prima del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza. Per ore si era pensato che la vittima fosse Ervin. Uno dei feriti finisce all’Umberto I di Roma ed è gravissimo, uno al San Camillo, l’ultimo allo Spaziani di Frosinone dove lo operano ad un femore fratturato da una pallottola.

L’autore della sparatoria si è costituito

Michea Zaka, l’uomo che ha sparat,  dopo la fuga si sentiva braccato dalle forze dell’ordine, e si è costituito. Si è presentato in Questura accompagnato dal suo avvocato. Agli inquirenti ha raccontato di essersi difeso e che la pistola non era la sua, che l’aveva strappata agli avversari durante una colluttazione. Ma il sostituto procuratore Samuel Amari non ha creduto a questa versione ed ha disposto per lui il carcere.

Sul movente della sparatoria, chi indaga ha raccolto gli ‘spifferi’ della comunità albanese di Frosinone. Alcuni hanno parlato di una vicenda sentimentale altri hanno tirato in ballo gli ambienti della prostituzione. Zaka oggi comparirà davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia. Al momento non ci sono altri indagati né ricercati. 

Foto frame video Ansa

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