Estradato in Italia il cugino di Saman: adesso si saprà dove cercarla

Il cugino di Saman è stato consegnato dalla polizia francese al posto di frontiera di Ventimiglia: è sospettato per l’omicidio e l’occultamento del cadavere della 18enne pachistana

E’ finita la fuga di Ikram Ijaz, uno dei cugini di Saman Abbas, considerato tra i responsabile dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere della 18enne pakistana presumibilmente uccisa a fine aprile, per essersi opposta a un matrimonio combinato in patria dai genitori. La polizia francese lo ha consegnato ai carabinieri di Reggio Emilia, al posto di frontiera di Ventimiglia. Era stato arrestato il 29 maggio scorso, mentre tentava di raggiungere alcuni parenti in Spagna, dopo un mandato di arresto europeo emesso dal tribunale di Reggio Emilia su richiesta della procura.

POTREBBE INDICARE DOVE CERCARE SAMAN

Come spieganoi carabinieri, l’operazione di estradizione ha goduto della costante collaborazione con il Servizio di cooperazione internazionale della polizia criminale del ministero. Ikram Ijaz avrebbe a che fare con l’inchiesta per omicidio aperta dopo la scomparsa di Saman che si era opposta a un matrimonio combinato in patria dal padre e dalla madre. Nei prossimi giorni potrebbe indicare dove è la sepoltura della ragazza. Fino ad adesso le ricerche per trovare la sepoltura sono state infruttuose.

SI CERCANO GLI ALTRI FUGGITIVI

Nel frattempo, attraverso i canali di ricerca europei. continua la caccia agli altri fuggitivi. Per i genitori è prevista una procedura di richiesta dell’autorità giudiziaria per un mandato di arresto internazionale. che però presenta processi organizzativi che richiedono tempi più lunghi. «Deve seguire prima un percorso di validazione nazionale», ha spiegato Cristiano Desideri, comandante provinciale dei carabinieri.

SI CONTINUA A SCAVARE

Da diversi giorni si stanno controllando intanto le aree vicine alla casa dove viveva Saman con la sua famiglia. Scavando vicino all’azienda agricola Le Valli, in aperta campagna. Ma non è da escludere la possibilità che i familiari, sapendo della presenza delle telecamere, possano aver pensato a un depistaggio. «Stiamo calcolando tutto ─ dicono gli investigatori ─. Ma è un lavoro che si fa procedendo per gradi». Comunque l’area su cui si sono concentrate le ricerche d’ieri è quella scelta alla luce dei calcoli fatti in base alle immagini e al comportamento degli indagati.