Matteo Messina Denaro, un anno fa la fine della latitanza: l’arresto a Palermo dopo trent’anni nell’ombra

L’operazione dei carabinieri di CrimOr e Gis: dal “pizzino” trovato nella gamba di una sedia all’arresto fuori dalla clinica “La Maddalena”

matteo messina denaro

La mattina del 16 gennaio del 2023 è entrata nella storia italiana: un anno fa, con il suo arresto a Palermo, si è chiusa definitivamente la latitanza di Matteo Messina Denaro. Il capo del mandamento di Castelvetrano è stato individuato e arrestato dopo 30 anni di infruttuose ricerche. I carabinieri della CrimOr e Gis lo hanno bloccato fuori dalla clinica “La Maddalena” nel capoluogo siciliano, dove si stava curando per un tumore al colon che ne causerà la morte il 25 settembre dello stesso anno.

Matteo Messina Denaro, il “pizzino” che ha dato l’input per l’arresto

La svolta nelle indagini è arrivata il 6 dicembre del 2022 quando tre carabinieri, approfittando della temporanea assenza di Rosalia Messina Denaro, sono entrati nella sua casa per posizionare una cimice. Cercando il posto ideale per piazzare la microspia e rovistando tra gli arredi, hanno individuato una sedia. Hanno tolto il tappo di una gamba e hanno trovato il “pizzino”. In pochi secondi hanno fotografato il foglietto e lo hanno riposizionato accuratamente dove lo avevano trovato.

Tornati alla base, sono subito partiti gli accertamenti incrociati sull’appunto. Compreso che il foglietto poteva riferirsi proprio al padrino, se n’è studiato il contenuto: date, orari e alcune sigle segnate dalla sorella Rosalia. C’erano C per “ciclo” e C per “chemioterapia”. Dagli accertamenti incrociati con l’Asp gli inquirenti sono così arrivati ad Andrea Bonafede, il nome alias usato dal paziente Matteo Messina Denaro. Gli investigatori hanno capito che il 2023 poteva essere l’anno buono.

La mattina del 16 gennaio 2023

Dopo tanta attività di investigazione si è arrivati alla mattina del 16 gennaio 2023, quando Matteo Messina Denaro è entrato nella clinica “La Maddalena” di Palermo per fare una seduta di chemioterapia. Registrandosi, così come le altre volte, con il nome di Andrea Bonafede, si è poi allontanato. Per qualche minuto si sono perse le sue tracce. Attimi frenetici. Ma quasi subito il boss è stato scovato all’interno di un’auto posteggiata in via Domenico Lo Faso, una piccola via vicino alla clinica. Due carabinieri si sono avvicinati, lo hanno fatto scendere dalla macchina e hanno bloccato l’autista, identificato poi come Giovanni Salvatore Luppino. La latitanza di Matteo Messina Denaro era giunta al capolinea.

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