“Ti sparo in bocca”, l’aggressione omofoba e poi la rapina: custodia cautelare per 7 giovanissimi a Palermo

Il branco sarebbe responsabile dell’aggressione ai danni di alcuni ragazzi avvenuta nel gennaio scorso nella zona del teatro Massimo. Avrebbe anche commesso una rapina in via Roma

aggressione

Sono due le ordinanze di custodia cautelare eseguite stamani a Palermo dalla Squadra Mobile – “Sezione Contrasto al Crimine Diffuso, Falchi”. Giovanissimi i sette destinatari: tre sono addirittura minorenni e tutti sono ritenuti responsabili di un’aggressione di natura omofoba ai danni di sei maggiorenni, nonché di una rapina ai danni di un esercizio commerciale.

Nello specifico, il gip presso il Tribunale di Palermo ha emesso l’ordinanza a carico di quattro indagati: per tre sono scattati gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, per uno l’obbligo di dimora e di firma. Il gip presso il Tribunale per i Minorenni, invece, ha emesso la misura a carico di tre indagati, collocati in comunità.

L’aggressione e la rapina

Il provvedimento scaturisce dalle attività d’indagine avviate a seguito dell’aggressione dello scorso 20 gennaio a pochi passi dal teatro Massimo. In quell’occasione, senza alcun concreto motivo, a un gruppo di ragazzi sarebbero stati rivolti insulti e offese di stampo omofobo. Successivamente, il branco aveva percosso i giovani con calci e pugni, molti indirizzati al volto, minacciandoli di non chiamare la polizia altrimenti “gli avrebbero sparato in bocca”. Le vittime hanno riportato lesioni giudicate guaribili in 4 giorni.

La stessa sera il gruppo si sarebbe poi reso responsabile di una rapina ai danni di un esercizio commerciale di via Roma. Asportati alcuni beni dagli scaffali, i ragazzi avrebbero anche minacciato il gestore del negozio paventando la possibilità di detenere un’arma.

Le indagini

Le indagini, coordinate dalla Procura presso il Tribunale e presso il Tribunale per i minorenni, si sono avvalse delle immagini estrapolate dai sistemi di video sorveglianza siti nei luoghi dell’aggressione. Hanno consentito così di identificare i componenti del gruppo criminale, costituito da maggiorenni e minorenni di nazionalità italiana, nonché di acquisire concreti elementi di colpevolezza a loro carico.

Le identificazioni effettuate sono state poi corroborate dalle individuazioni fotografiche eseguite dalle persone offese e risultavano in perfetta corrispondenza con quanto riscontrato dagli accertamenti compiuti sui profili social degli appartenenti al gruppo. Effettuate a carico degli stessi nella stessa giornata altrettante perquisizioni domiciliari.

Giova precisare che la responsabilità penale delle condotte elencate sarà definita solo dopo l’emissione di eventuali sentenze passate in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.

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