Stupro a Palermo, “Sono innocente” ma il profilo è fake: la trappola TikTok

Non credete a tutto ciò che vedete sui social. In queste ultime ore, TikTok impazza di video pubblicati da finti account dei sette ragazzi indagati per lo stupro ai danni di una 19enne a Palermo.

Stupro a Palermo: “Sono innocente” ma il video è falso

Sono innocente, non ho fatto nulla di male” o ancora Non ero in me quando questo è successo”, con tanto di hashtag che accompagna le frasi #nonhofattonulladimale. Sullo sfondo, video degli indagati scaricati dai loro veri profili in cui cantano e sorridono, montati ad arte per fomentare ancor di più l’onda d’odio nei loro confronti. 

[ngg src=”galleries” ids=”210″ display=”basic_thumbnail”]Sono infatti tantissimi gli utenti che stanno commentando in queste ore i vari video proponendo punizioni esemplari, ben oltre quelle dettate da una società civile, credendo si tratti degli indagati. 

Come riconoscere un account fake

Eppure basterebbe soffermarsi anche un attimo soltanto per capire che si è di fronte a un account fake. Innanzitutto, il profilo TikTok è stato creato di recente e ha pubblicato video datati prelevati da un altro account. Ma soprattutto, tutti e sette gli indagati sono sottoposti al provvedimento restrittivo, com’è normale che sia in una fase ancora delicata come questa in cui a turno vengono sottoposti agli interrogatori di garanzia. Nessuno di loro può ovviamente in alcun modo avere accesso al proprio cellulare e tanto meno ai proprio profili social. 

La pericolosità dei social

Facendo tali accorgimenti, è intuibile capire che i profili siano stati creati da altre persone persone intenzionate a generare odio a seguito dell’accaduto. Ciò che sta accadendo dimostra ancora una volta come i social, soprattutto in casi come questo, possano innescare dinamiche pericolose. In un’epoca in cui tutti hanno accesso a tutto, distinguere la realtà dalla finzione è sempre più complicato per chi non possiede gli strumenti adatti per comprenderlo. 

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