Strage funivia, Tadini:“Ho messo io il forchettone, l’ho fatto altre volte”

Interrogato dal Gip, il caposervizio dell’impianto, Gabriele Tadini, esclude collegamento problemi freno a quelli della fune

eitan

Nella giornata del 29 maggio 2021, sono in corso di svolgimento gli interrogatori per i tre fermati in seguito alla strage verificatosi nella funivia Stresa-Alpino-Mottarone, domenica 23 maggio, quando 14 persone hanno perso la vita, dopo che una cabina è precipitata nel vuoto.

A rivelare nuovi dettagli, è il caposervizio dell’impianto, Gabriele Tadini.

Strage funivia Mottarone, interrogato Tadini

Tadini, caposervizio della funivia Stresa-Alpino-Mottarone, ha nuovamente ammesso, durante gli interrogatori di garanzia, che si stanno svolgendo nella giornata del 29 maggio, presso il carcere di Verbania, di essere stato lui ad aver azionato il blocco del freno. Ma c’è un nuovo dettaglio che si aggiunge all’ammissione di martedì 18 maggio del caposervizio.Disastro funivia: il giallo del cavo tranciato e del freno non funzionante

NO COLLEGAMENTO PROBLEMI FUNE FRENI

Dall’interrogatorio infatti è emerso che non era la prima volta che veniva attivato quel sistema di blocco del freno, la stessa procedura infatti sarebbe stata messa in atto anche altre volte. Secondo Tadini, inoltre le anomalie dell’impianto non sarebbero collegabili alla fune e dunque per lui, sarebbe da escludere un collegamento tra i problemi dei freni e quelli alla fune.

Al Gip Donatella Banci, ecco cosa ha dichiarato Tadini:

“Non sono un delinquente. Non avrei mai fatto salire persone se avessi pensato che la fune si spezzasse”.
L’avvocato di Gabriele Tadini, Marcello Perillo, in seguito all’interrogatorio del suo assistito ha rilasciato importanti dichiarazioni in merito:
“Gabriele Tadini ha ammesso di aver messo il forchettone che inibiva il freno di emergenza alla cabina numero 3 della funivia”.
E ancora:
“Tadini ha risposto in maniera compiuta a diverse domande del giudice, è stato un interrogatorio profondo. Ha confermato le sue responsabilità“.
Perillo ha richiesto per il suo assistito la concessione degli arresti domiciliari, che la difesa spera di ottenere anche grazie alla confessione di Tadini. Ecco cosa ha dichiarato l’avvocato Perillo a tal proposito:
“Il mio assistito è distrutto, sono quattro giorni che non mangia e non dorme, il peso di questa cosa lo porterà per tutta la vita. È morta gente innocente, potevano esserci il figlio di Tadini o il mio”.
Strage Mottarone: gli interrogatori dopo Tadini e il lutto regionale
All’interrogatorio di Tadini seguirà quello del gestore e amministratore della funivia, Luigi Nerini e quello del direttore di esercizio, Enrico Perocchi.
Intanto per la giornata di domenica 30 maggio 2021, la Regione Piemonte ha proclamato una giornata di lutto regionale, in memoria delle vittime della funivia del Mottarone.