Spariti i soldi dei detenuti dell’Ucciardone: li avrebbe intascati l’ex contabile

Disposto il sequestro preventivo di 16.845 euro, ma l’ammanco totale dell’Ucciardone potrebbe arrivare a 104mila euro

Lo scorso dicembre la direzione del carcere dell’Ucciardone di Palermo si è accorta che qualcosa non andava. Erano spariti i soldi dei detenuti che avevano svolto lavori all’esterno del carcere. Secondo la ricostruzione della Procura e della sezione di pg della guardia di finanza, una verifica interna sui libri contabili avrebbe portato a identificare l’autore dell’ammanco di 16mila 845 euro. I soldi dei detenuti li avrebbe sottratti l’ex contabile del carcere Sergio Onorato, 68 anni, che adesso è indagato per peculato. Inoltre ha subìto il sequestro preventivo della somma pari all’ammanco accertato. Secondo i conti della direzione, tuttavia, complessivamente potrebbero mancare104 mila euro. A riportare la notizia è l’edizione odierna del Giornale di Sicilia.

Svuotati i “Fondi abbandonati” e le “telefonate detenuti

Ad Onorato viene contestato di essersi appropriato, disponendo sette bonifici, di somme che appartenevano ai detenuti. L’uomo dal novembre 2016 e fino al novembre 2019 è stato contabile di cassa, e poi, fino al pensionamento, collaboratore di fiducia del contabile di cassa. L’addetto alla contabilità, in pensione da un anno, aveva la delega ad operare sul conto corrente postale dell’istituto di pena.

Ad accorgersi che che qualcosa non andava sarebbe stato il suo successore, riscontrando operazioni anomale soprattutto alle voci “fondi abbandonati” e “telefonate detenuti”. Secondo la relazione del vertice amministrativo dell’Ucciardone, non erano il «risultato di una gestione confusa» ma «un’articolata strategia di alterazione generale dell’impianto contabile e cartolare, tesa a celare, nei limiti del possibile, ripetuti ammanchi delle casse e dal conto corrente dell’istituto penitenziario».

Il conto corrente dell’Ucciardone

Il conto corrente dell’Ucciardone, come ha verificato chi indaga, viene alimentato da bonifici del ministero della Giustizia, dai familiari dei detenuti, da aziende dove i detenuti lavorano grazie a permessi di uscita, o da centri di formazione in cui svolgono corsi professionali. Oppure dalle somme che i detenuti consegnano al momento dell’arresto o che i familiari depositano per consentire l’acquisto di generi alimentari o altri oggetti ammessi. Le somme, che l’accusa contesta ad Onorato di aver incassato senza averne diritto, sono quelle dimenticate dai detenuti. Adesso la parola andrà alla difesa dell’ex addetto all’ufficio contabile. 

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