Sequestrato e torturato per 18 ore perché non paga l’affitto

Vittima un 38enne, colpevole di non aver pagato l’affitto. A rapirlo una banda di cinque persone, guidata dal padrone di casa

In una villetta di Castel Gandolfo, a sud di Roma,  un muratore italiano di 38 anni è sequestrato e torturato perché non pagava l’affitto.   Doveva duemila euro al suo proprietario di casa, un incensurato di cinquant’anni.  Il muratore domenica pomeriggio è stato prelevato da cinque persone  dalla sua abitazione,   e portato in un “covo” in via di Santo Spirito, dove è stato torturato e picchiato. È stato colpito con il bastone di una tenda, e ferito a una gamba con un machete. Ha ricevuto  minacce di violenze sessuali e lo hanno costretto  finanche  a ripulire da terra il suo stesso sangue con lo straccio. Questo per diciotto lunghissime ore.

È riuscito a liberarsi dopo molte ore

La vittima è riuscita a sottrarsi ai suoi aguzzini solo lunedì mattina con una scusa. Ha chiesto di potere andare in bagno, ha aperto il rubinetto dell’acqua  per celare i rumori, e nel frattempo si è guadagnato la fuga scavalcando da una finestra. Gonfio e tumefatto ha chiesto aiuto al portiere di un vicino Golf Country Club, che ha subito chiamato i carabinieri liberandolo dall’incubo. «Mi gridavano: ti diamo fuoco», ha raccontato sotto choc ai soccorritori e ai militari della compagnia locale mentre  in ambulanza lo portavano al policlinico di Tor Vergata. «Il proprietario di casa mi aveva già minacciato e staccato la luce», ha detto il 38enne, medicato per i traumi facciali multipli, una lesione della gamba sinistra, la perforazione di un timpano, la rottura del setto nasale e alcune lesioni interne polmonari, per fortuna non gravi.

Il raid preparato dal proprietario e quattro amici per riaverle i soldi dell’affitto

Il padrone di casa, Gianluca Borri, 50 anni, ha preparato la spedizione punitiva assieme con quattro amici. Tutti hanno precedenti per stupefacenti e violenze contro la persona. Borri voleva indietro i due mila euro d’affitto che gli doveva l’inquilino. Il gip di Velletri Natalia Catena, disponendo per il carcere per i cinque, non ha esitato a sottolineare come le modalità del fatto siano state «incredibilmente efferate», oltretutto «per poche centinaia di euro». E denotano «una violenza e una aggressività di notevolissimo livello, non avendo gli indagati avuto alcuno scrupolo nel malmenare, colpire e infliggere numerose ferite alla vittima inerme». I cinque sono, in concorso tra loro, sono indiziati dei delitti di sequestro di persona, tentata estorsione, rapina aggravata, lesioni personali aggravate ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone.

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