Sequestrata una «nave madre» al largo di Lampedusa: fermati 23 pescatori-scafisti

Molti dei barchini che arrivano a Lampedusa si giovano dell’aiuto di «navi madri»: imbarcazioni che trasportano migranti e li sbarcano su piccoli natanti nelle vicinanze dell’isola. Una di questi motopesca è stato sequestrato

La Guardia di Finanza e la Guardia Costiera hanno fermato al largo di Lampedusa ventitré pescatori tunisini, tra cui 2 minori, con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Sono i componenti dell’equipaggio di un peschereccio tunisino, il «Hadj Mhamed» di 27 metri, che, secondo l’accusa trasportava migranti che poi venivano messi sui barchini e indirizzati vesto le coste della Sicilia.

CINQUE «PASSEGGERI» A BORDO

Il peschereccio, che normalmente pesca con reti e con l’ausilio dei barchini, è stato intercettato alle 19,30 in acque italiane, ed è stato scortato fino a Lampedusa. Mentre era in corso l’operazione due membri dell’equipaggio per motivi ancora non chiari si sono gettati in acqua, ma sono stati recuperati. I 23 pescatori sono accusati di aver trasportato illegalmente 5 connazionali che avevano pagato 4000 dinari a testa (circa 1.200 euro) per essere portati dalle coste vicino al porto di Mahdia (Tunisia) a Lampedusa, col sistema della «nave madre».

PESCATORI-SCAFISTI

Secondo l’accusa i 23 pescatori tunisini arrotondavano i loro guadagni facendo gli scafisti. Infatti l’ipotesi della Procura è che i cinque migranti trovati a bordo, a poche miglia da Lampedusa sarebbero stati poi fatti salire su uno dei tre barchini a motore a disposizione del motopesca e indirizzati verso l’isola agrigentina. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Salvatore Vella e dal pm Gloria Andreoli.