Selvaggia Lucarelli su Marisa Leo: “Mi aveva raccontato la sua storia, sperava fosse un buon padre”

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Tra i tanti che dicono la propria, esprimono un pensiero di vicinanza per la morte di Marisa Leo, a dire la sua arriva anche Selvaggia Lucarelli. La Lucarelli ha voluto raccontare di quando, dopo un suo podcast, Marisa le parò della sua storia. E proprio da questa storia si evince come Marisa, ancor prima che a lei, pensasse alla sua bambina e alla volontà che quest’uomo si comportasse come un buon padre.

“Ci ho pensato un paio di giorni prima di scrivere questo post. In realtà volevo dire delle cose ma anche rispettare la morte di questa donna stupenda e ormai, nel marasma dei pensierini che affollano le bacheche di tutti, mi sembra sempre di partecipare a un banchetto, più che di aggiungere qualcosa alla discussione. In questo caso poi è ancora più difficile perché Marisa, due anni fa, dopo un podcast mi aveva scritto parlandomi della sua storia tormentata. Non condividerò il messaggio, che alla luce dell’accaduto è straziante. Non serve. Marisa, mi raccontava, era stata coraggiosa. Aveva lasciato lui 20 giorni dopo la nascita della bimba . Lo aveva deciso consapevole del fatto che lui, fino a quel momento, avesse fatto di lei ciò che voleva. Sapeva di pagare un prezzo molto alto per quella decisione. Scriveva proprio “sto pagando”. E leggendo le cronache di questi giorni, so che ha continuato a pagare un prezzo altissimo. Minacce, paura, inseguimenti, pedinamenti. Eppure non è tornata sui suoi passi. Ha ritirato la denuncia, è vero, ma non sarebbe cambiato nulla. Lui non si era mai fermato e nulla l’avrebbe fermato, se non -forse- una reazione tempestiva da parte della legge. L’idea che un uomo che ti insegue in auto o ti minaccia di morte resti libero di continuare a farlo, non può far sentire al sicuro nessuna. Anzi, dopo una denuncia, può far sentire ancora più insicura, perché in lui subentra il rancore per il gesto di sfida e il desiderio di vendetta. Non a caso, molte donne vengono uccise alla vigilia del processo. Paradossalmente, le denunce, se non seguite da un’attenta rete di protezione da parte della legge, possono diventare un ulteriore movente. Tutto questo per dire che Marisa non aveva fatto alcun passo indietro e che in realtà aveva smesso di subire. Non voleva neppure far scontare a sua figlia le conseguenze di quella (ex) relazione malata, anzi. Aveva ritirato la denuncia proprio per la bambina, perché non avesse un padre condannato. Sperava, semplicemente, che quell’uomo fosse capace di amare almeno come padre. Marisa gli ha dato una possibilità e non come compagno, ma come essere umano. Non ha sbagliato. Era solo una donna giusta e generosa”.

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