Titan, ricerche costate 6,5 milioni di dollari: la Marina Usa sapeva dell’implosione

Quando le comunicazioni con il Titan si sono state interrotte, la Marina Usa aveva subito rilevato un suono riconducibile a un’implosione o un’esplosione

Un alto dirigente della Marina statunitense ha confermato al Wall Street Journal che la Marina degli Stati Uniti, quando le comunicazioni con il Titan si sono interrotte, ha subito rilevato un suono anomalo riconducibile a un’implosione o un’esplosione.

“Anche se non definitiva – ha detto l’alto dirigente -, questa informazione è stata immediatamente condivisa con il comandante preposto all’incidente per assistere la missione di ricerca e il salvataggio in corso”. Comunque non ha citato, per ragioni di sicurezza nazionale, il nome del sistema che ha individuato il forte rumore. Perché fa parte un programma ideato con la creazione del Sosus, Sound Surveillance System, all’epoca della Guerra Fredda con la russia. Si tratta di una rete di sistemi posizionati sul fondo del mare che ha l’obiettivo di intercettare i movimenti dei sottomarini nemici.

Se la Guardia Costiera sapeva, perché continuare con le perlustrazioni?

Questa rivelazione  ha sollevato alcune critiche. In particolare, in tanti si sono chiesti perché la Guardia Costiera, informata del suono anomalo, abbia deciso di proseguire le perlustrazioni. In proposito un ex ammiraglio, Paul Zukunft, ha spiegato che prima di chiudere un’operazione di soccorso è necessario avere a disposizione tutti gli elementi. Inoltre, riferisce la Marina in una nota, che i funzionari hanno deciso di continuare comunque la missione di ricerca e salvataggio per mettere in campo “ogni sforzo per salvare, eventualmente, le vite in pericolo”. Anche perché la Marina degli Stati Uniti non poteva affermare con certezza che il suono provenisse proprio dal Titan. Comunque, allo stato attuale dei fatti, si prevede una indagine per cercare per determinare se il suono proveniva dal sommergibile.

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Le ricerche del Titan potrebbero arrivare a costare 6,5 milioni di dollari

Anche perché i quattro giorni di affannose ricerche del sommergibile, condotte dalla Guardia Costiera americane e da quella canadese, con l’aiuto di Francia e Regno Unito, potrebbero arrivare a costare più di 6,5 milioni di dollari. Si tratta al momento di una prima stima, e non è ancora chiaro chi dovrà farsene carico. I cinque passeggeri morti avevano delle assicurazioni di viaggio in caso di complicazione, ma è probabile che a pagare le spese saranno i contribuenti. Anche perché, di solito, la Guardia Costiera americana non fa pagare ai privati le sue missioni di salvataggio.

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