Orrore ai Rotoli: in una cella frigorifera spenta trovate 7 vecchie salme e feti dimenticati

La macabra scoperta: oltre le bare, in tre scatoloni erano anche conservati pezzi anatomici e feti anonimi mischiati fra loro

rotoli

Agli inizi di febbraio la riorganizzazione degli uffici cimiteriali ha comportato una revisione degli incarichi organizzativi, a cominciare dai direttori. Ai Rotoli è andato Angelo Martorana, e da subito è iniziata una complessa attività che dovrà portare alla normalità la situazione di questo martoriato cimitero. I risultati già si stanno iniziando a vedere. Ma poi, all’improvviso, dentro una cella frigorifera spenta, guasta da due anni,  si scoprono le bare con le salme di sette persone. Alcune risalenti al 2014 e 2015, una del 2021 e l’ultima del 2022. Tutte con nomi e cognomi dei defunti. Dimenticate immotivatamente e contro ogni norma, in mezzo a copiosi percolamenti e ratti morti per le esalazioni respirate nel deposito. 

Non è finita qui, al quadro si aggiunge infatti un’altra scoperta. Dentro la cella, oltre le bare, c’erano anche tre scatoloni e 58 cassette di legno con l’etichetta «Pezzi anatomici». In alcune c’erano anche feti, in gran parte mischiati fra loro. Senza alcuna etichetta e senza che si sia potuto risalire alla provenienza e alla destinazione finale.

Per la bonifica occorre l’intervento di imprese specializzate

Il neo direttore Marcello Martorana, come scrive il Giornale di Sicilia, sulla macabra scoperta ha stilato una relazione che  adesso è sul tavolo del Comune e sarà inviata anche alla Procura. Nella premessa ha evidenziato «la vana ricerca della documentazione per accertare l’avvenuto trasporto e ricezione presso il cimitero con indicazione sulla destinazione, se inumazione o cremazione…». Inoltre il dirigente ha spiegato di non avere ricevuto, nonostante le sue pressanti richieste, alcuna consegna. In pratica si tratta di defunti messi a caso da qualche parte e “scordati”, quando invece avrebbero dovuto avere la precedenza nella sepoltura.

La cella frigorifera adesso è stata sigillata, in quanto totalmente inagibile. «Non soltanto per il tanfo immediatamente percepibile ─ è scritto nella relazione del direttore ─, ma anche per un possibile danno ambientale e per la salute pubblica causato dalla putrefazione». Per questo sarà necessario l’intervento di una ditta specializzata per la raccolta e lo smaltimento del percolato e dei rifiuti speciali pericolosi, e di una seconda impresa per la sanificazione dell’area. Basti considerare che gli stessi operatori della Reset quando sono entrati in quel locale hanno dovuto indossare tute e dispositivi per non subire l’odore tossico sprigionato dalla putrefazione.

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