“Officina Teatro Canzone”: impegno civile e storie dimenticate

In scena a Catania “Angelo Mangano, un poliziotto scomodo”, “Marina, il sogno di mio padre” e “L’ Asino di San Giuseppe”

Officina Teatro Canzone” propone al pubblico tre nuovi spettacoli, che mescolano tensione civile e memoria. 
Le opere sono state ufficialmente presentate nel corso di una conferenza stampa tenutasi nel Centro Studi Laboratorio d’Arte in via Caronda 316 a Catania. 
Angelo Mangano, un poliziotto scomodo“, “Marina, il sogno di mio padre” e “L’ Asino di San Giuseppe” sono i titoli delle tre opere realizzati da “Officina Teatro Canzone”. 
Le prime due opere si terranno rispettivamente l’11 e il 25 marzo, mentre è ancora da stabilire la data della terza. 
Gli spettacoli si terranno nella sala di via Caronda con inizio alle ore 20:00, atto unico, durata circa settanta minuti.
Il costo è di dieci euro.
L’incasso degli spettacoli sarà devoluto in beneficenza a tre associazioni: Intercral Polizia Italia, Comitato Stop veleni Augusta, Priolo, Melilli, Siracusa e Circolo culturale “Giovanni Verga” di Vizzini.
Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare il numero 393.9393189. 

LA PRESENTAZIONE DEGLI SPETTACOLI 

A illustrare la rassegna teatrale, Giuseppe Pastorello, autore, cantante e regista e presidente di “Officina Teatro Canzone”, insieme all’attrice Cristina Giarmanà e al regista Alfredo Lo Piero che ospiterà nella sua sala di via Caronda gli spettacoli.
Si tratta di due storie dimenticate, ma incredibilmente attuali, e di una novella di Giovanni Verga.
Il primo spettacolo racconta la storia di Angelo Mangano, un questore della pubblica sicurezza, nativo di Giarre.
In Sicilia indagò sulla mafia e in Sardegna contrastò il banditismo.
Il figlio, omonimo, che ha contribuito alla realizzazione del testo con la documentazione raccolta negli anni, è stato presente con un contributo video.
Il secondo spettacolo è incentrato sulla distruzione di Marina di Melilli e sul trasferimento dei suoi abitanti, sacrificati nel nome dell’industrializzazione, a metà degli anni Sessanta.
Il terzo è una novella di Giovanni Verga che vede protagonista  un asino, simbolo della sofferenza dell’umanità e dei nuovi schiavi che migrano per cercare migliori condizioni di vita.
E che spesso si ritrovato sfruttati a lavorare nelle campagne al limite della sopravvivenza.
La presentazione degli spettacoli ha visto inoltre la partecipazione di Fabio Ferma, in rappresentanza del Circolo Culturale “Giovanni Verga” di Vizzini, in provincia di Catania. 


La parte musicale e la prosa dei tre spettacoli porta la firma di Giuseppe Pastorello .
A elaborare gli arrangiamenti musicali, invece, è Roberto Giannì.
Le tre opere, che non superano la durata di un’ora e quindici minuti ciascuna,  seguono lo schema del teatro canzone, un genere espressivo legato alla teatralità, alla parola e alla musica. 
La struttura si caratterizza per l’alternanza di canzoni e monologhi o, più precisamente, di parti cantate e recitate.
Di particolare interesse le tematiche, di notevole impatto sociale e culturale.
L’originalità delle opere di Giuseppe Pastorello è racchiusa nella struttura degli spettacoli : è come se lo spettatore assistesse a un film con la narrazione di una vicenda che si evolve durante la rappresentazione. 
La messa in scena ha una forte connotazione emotiva e culmina nell’atto finale: la riflessione è d’obbligo. 

ANGELO MANGANO, UNA VITA IN PRIMA LINEA CONTRO L’ILLEGALITÀ

Giuseppe Pastorello (voce, chitarra acustica), Roberto Giannì (pianoforte), Maurizio De Luca (voce recitante), Agnese Firullo (voce), Annalisa Paladino (basso elettrico) e Christian Bianca (violino) sono gli interpreti del primo spettacolo, in scena sabato 11 marzo alle 20:00. 
“Angelo Mangano, un poliziotto scomodo” racconta di un illustre commissario giarrese, in seguito questore, della Polizia di Stato. 
Tra gli anni Sessanta e Settanta combatté una guerra spietata contro la mafia.
Ma, contrariamente a quanto accaduto per altri servitori dello Stato, la sua opera non ha ricevuto i giusti riconoscimento. 
Dopo avere subito un attentato quasi mortale,  negli ultimi anni della sua vita dovette difendersi da accuse infamanti.
Non essendo riuscita a sopprimerlo fisicamente, infatti, la mafia tentò di eliminarlo moralmente.
Lo spettacolo si articola in varie fasi: l’arrivo a Corleone, l’azione contro la criminalità, la confessione di una donna coraggiosa, il ritorno a Roma, il processo di Bari, il suo ricovero per l’attentato.