Niente patteggiamento per Daniela Lo Verde, rigettata la richiesta dell’ex preside antimafia dello Zen

Per la professoressa Lo Verde e il vicepreside Daniele Agosta, il giudice ha ritenuto la pena concordata con la procura troppo bassa rispetto alla gravità dei fatti: si attende una nuova valutazione

preside

Il gup di Palermo ha rigettato per non congruità della pena la richiesta di patteggiamento a un anno e 10 mesi presentata dai legali di Daniela Lo Verde, ex preside antimafia del quartiere Zen, e dal suo vicepreside Daniele Agosta. I due sono accusati di corruzione e peculato. Accolta invece l’istanza proposta dall’impiegata di un negozio di elettronica, Alessandra Conigliaro, difesa dall’avvocato Cristiano Galfano, che ha avuto 11 mesi, pena sospesa.

Daniela Lo Verde, le accuse alla preside dello Zen

Per Lo Verde e Agosta il giudice ha ritenuto la pena concordata con la procura troppo bassa rispetto alla gravità dei fatti. Gli atti sono stati così rimandati ai pm per una nuova valutazione.

I due insegnanti sono accusati di peculato e corruzione per essersi appropriati di materiale didattico destinato agli alunni della scuola media Giovanni Falcone. Dispositivi elettronici, come tablet, computer o cellulari, ma anche merendine e cibo per la refezione scolastica. Avrebbero inoltre attestato la falsa presenza degli alunni anche in orari extracurriculari al fine di giustificare l’esistenza di progetti PON di fatto mai realizzati o realizzati solo in parte. Una mossa finalizzata, secondo gli inquirenti, ad “accaparrarsi i cospicui finanziamenti comunitari connessi” ai progetti.

La Dirigenza avrebbe infine affidato stabilmente la fornitura di materiale tecnologico a una sola azienda in forza di un accordo corruttivo volto all’affidamento di ulteriori e importanti commesse in cambio di molteplici illecite dazioni di strumenti tecnologici di ultima generazione. 

CONTINUA A LEGGERE

 

Daniela Lo Verde arrestata, chi è la preside antimafia che si paragonava a Don Chisciotte