Morte Raciti, Antonino Speziale è libero: “Mia condanna un’ingiustizia”

Fine della condanna per Speziale

Speziale

Antonio Speziale, uno dei due ultra' condannati per la morte dell'ispettore capo di polizia Raciti, durante una conferenza stampa all'interno dello studio del suo avvocato, Roma, 12 novembre 2012. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Questa mattina è uscito dal carcere di Messina Antonino Speziale, l’ultras del Catania condannato a 8 anni e otto mesi di reclusione per omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti. Il 2 febbraio 2007 l’agente rimase ferito mortalmente durante gli scontri tra i tifosi del Catania e quelli del Palermo all’esterno dello stadio Massimino.

Speziale ha scontato la sua pena ed è tornato in libertà. A accogliere l’uscita del ragazzo non solo i familiari, ma anche alcuni tifosi che gli hanno dedicato anche qualche striscione.

“Intanto voglio vedere la mia famiglia. Poi vi racconterò tutto quello che ho passato. La mia condanna è stata un’ingiustizia e chi ha sbagliato pagherà con la giustizia. Queste le prime parole di Speziale all’uscita dal carcere di Messina.

IPOTESI FUOCO AMICO

La Digos della Questura di Catania ha inviato alla Procura distrettuale una relazione sul servizio trasmesso alle Iene, in onda il 12 novembre scorso, sull’ipotesi di ‘fuoco amico’ nel decesso dell’ispettore Raciti.

Il documento è stato redatto per “informare” la magistratura su “ogni opportuna valutazione sulle circostanze emerse durante il citato servizio nel corso del quale una donna”, che dice di essere imparentata con la famiglia Raciti, ha raccontato a Ismaele La Vardera di aver sentito un poliziotto che avvicinatosi al papà dell’ispettore ha chiesto scusa dicendo: “Signor Raciti, le dobbiamo porgere le scuse in quanto polizia perché è stata una manovra errata di un collega. Nel fare la manovra l’ha beccato in pieno”.