Morte Liliana Resinovich, si riapre il caso: disposta la riesumazione della salma

Liliana Resinovich

Si riapre il caso di Liliana Resinovich, la donna di 63 anni scomparsa da casa il 14 dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio 2022. La salma sarà riesumata su decisione del sostituto procuratore Maddalena Chergia, titolare del procedimento che ha affidato l’incarico a un collegio di consulenti

Liliana Resinovich, l’ipotesi del suicidio

Resinovich viveva a Trieste con il marito Sebastiano Visintin. Il corpo era stato ritrovato nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni con due sacchetti per alimenti, uno dentro l’altro, avvolti intorno alla testa e stretti alla gola. Il resto del corpo era invece chiuso in due grandi sacchi per i rifiuti. Uno era infilato dall’alto, uno dal basso. La donna giaceva in posizione fetale, le mani incrociate sulla felpa.

Secondo il medico legale Fulvio Costantinides e il radiologo Fabio Cavalli, l’asfissia causata dai sacchetti sarebbe compatibile con un suicidio. La donna sarebbe morta a causa dell’anidride carbonica del suo stesso respiro.

Il mistero della scomparsa

L’organismo non presenta tracce di droghe o sonniferi. Assenti segni di violenza. La perizia, pronta a marzo ma resa nota ora per motivi tecnici, tiene conto dell’autopsia e degli esami tossicologici.

Tuttavia, le ombre sulla morte i Liliana Resinovich non sono ancora dissipate. Non si sa, ad esempio, dove sia stata dal 14 dicembre al 2-3 gennaio. La 63enne era uscita di casa senza telefono e fede nuziale. Perplessità anche sulle motivazioni che l’avrebbero spinta all’estremo gesto. 

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