Morte Andrea Purgatori, la nuova perizia shock: “Bastava un antibiotico per salvarlo”

Un’endocardite che si sarebbe potuta curare con una terapia antibiotica. Sarebbe questa la causa della morte del giornalista Andrea Purgatori, scomparso lo scorso 19 luglio all’età di 70 anni.

La nuova scioccante verità, come riportato dal Corriere della Sera, arriva dalla perizia della Procura di Roma. La patologia (un’infezione delle valvole cardiache) non fu mai diagnosticata dai medici della clinica privata di Roma che ebbero in cura il giornalista e conduttore di Atlantide.

Morte Andrea Purgatori: “Omissioni e imperizia dei medici”

Nella consulenza richiesta, in seguito all’esposto della famiglia, si legge che “Venne omessa la prescrizione di accertamenti clinici, laboratoristici e strumentali finalizzati alla diagnosi di endocardite infettiva. Tali omissioni risultano a nostro avviso ascrivibili a imperizia e non rispondenti alle buone pratiche cliniche da noi individuate in letteratura”.

Indagini per omicidio colposo

Lo scorso 21 marzo, proprio per appurare la verità sulla morte di Purgatori, il GIP di Roma, nell’ambito dell’indagine avviata in Procura e che vede indagati quattro medici per omicidio colposo, aveva affidato la maxi perizia. Il giudice aveva chiesto inoltre agli specialisti incaricati di fare chiarezza sulla presenza di metastasi e di tentare di accertare come e quando fosse partita l’infezione cardiaca.