Messina Denaro, restano in carcere i complici del boss

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Restano in carcere Lorena Lanceri e il marito Emanuele Bonafede, la coppia di “vivandieri” di Campobello di Mazara che, per mesi, ha ospitato a pranzo e cena nella propria abitazione il boss mafioso Matteo Messina Denaro.

L’arresto

I carabinieri del Ros hanno arrestato per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena, aggravati dal metodo mafioso, Emanuele Bonafede, nipote del boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede, e la moglie Lorena Ninfa Lanceri.

Gli inquirenti ritengono che la coppia avrebbe ospitato “in via continuativa e per numerosi giorni”, nella sua casa di Campobello di Mazara, il padrino all’epoca latitante. Il boss sarebbe andato abitualmente a pranzo e a cena nell’appartamento dei due, entrando e uscendo indisturbato grazie ai controlli che i Bonafede svolgevano per scongiurare la presenza in zona delle forze dell’ordine.

Secondo i pm, dunque, i coniugi avrebbero fornito al boss “prolungata assistenza finalizzata al soddisfacimento delle sue esigenze personali e al mantenimento dello stato di latitanza”. Inoltre, Lorena Lanceri sarebbe stata inserita nel circuito di comunicazioni che ha consentito all’ex latitante di mantenere contatti con alcune persone a lui particolarmente care.

Oltre a essere nipote del boss di Campobello, Emanuele Bonafede è fratello di Andrea Bonafede, arrestato nelle scorse settimane con l’accusa di aver fatto avere al capomafia le prescrizioni sanitarie compilate dal medico Alfonso Tumbarello, finito in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa. È anche cugino dell’altro Andrea Bonafede, il 59enne geometra di Campobello di Mazara che ha prestato l’identità a Messina Denaro.

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