Messina Denaro, in arresto imprenditore “fedelissimo” del boss: avrebbe finanziato la sua latitanza

Sono in totale tre le persone tratte in arresto con l’accusa di far parte della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, da sempre alleata fedele del capomafia

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Continuano le indagini su Matteo Messina Denaro e la rete di fiancheggiatori che lo avrebbero aiutato durante la sua lunga latitanza. I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip di Palermo, nei confronti di tre persone accusate di far parte della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo. Si tratta dell’imprenditore Giovanni Vassallo, 71 anni, finito agli arresti domiciliari, di Emilio Alario, palermitano di 61 anni, e Giuseppe Lodato, mazarese di 32 anni. Notificata ai due la misura della custodia cautelare in carcere.

L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido. Focus sugli affari e gli assetti del clan di Mazara del Vallo, da sempre alleato fedele del capomafia Matteo Messina Denaro a cui ha assicurato aiuto logistico ed economico durante la latitanza.

Messina Denaro, in arresto imprenditore “fedelissimo” del boss

Dalle indagini sarebbe emerso che Vassallo, già socio di Giuseppe Grigoli, imprenditore che grazie ai suoi rapporti col padrino di Castelvetrano da piccolo bottegaio ha costruito un impero nel settore della distribuzione alimentare e che da tempo collabora con gli inquirenti, avrebbe fatto parte della rete di fedelissimi che gestiva le comunicazioni di Messina Denaro e avrebbe contribuito a finanziare la sua latitanza.

Vassallo fin dal 2012 avrebbe fatto parte del gruppo che organizzava gli incontri del capomafia di Castelvetrano con gli altri uomini d’onore. Avrebbe inoltre avuto stretti rapporti con boss di rango del mandamento mazarese, come Vito Manciaracina, Vito Gondola, Antonino Cuttone, Giovan Battista Agate, Luca Burzotta e Dario Messina.

La rapina a Palermo

I carabinieri hanno accertato anche il ruolo avuto da Vassallo in una rapina commessa a Palermo ad aprile 2015. Il bottino del colpo, secondo il pentito Attilio Fogazza, sarebbe finito nelle casse della famiglia di Matteo Messina Denaro attraverso l’imprenditore Giovanni Scimonelli, tra i finanziatori della latitanza del boss.

Alario, accusato come Vassallo di associazione mafiosa, è già stato condannato in via definitiva per aver fatto parte del mandamento di Mazara del Vallo. Lodato è suo genero.

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