Marisa Leo, tanti i punti oscuri: nei cellulari che non si trovano ci potrebbe essere qualche risposta

C’è da capire come mai Marisa Leo si è recata da sola, senza nessuna compagnia nel vivaio di contrada Ferla per incontrare il suo ex

Marisa

Nella tragica vicenda che ha coinvolto Marisa Leo ed il suo ex compagno Angelo Reina ci sono ancora molti punti oscuri, tante circostanze da chiarire. Occorrerebbe capire, per esempio, cosa abbia potuto spingere  la ragazza ad andare da sola in contrada Ferla, nel vivaio, per incontrare il suo ex . Lui l’aveva chiamata per dirle: “Vieni a prendere la bambina in azienda da me”, ma lei conosceva la pericolosità dell’uomo, più volte aveva detto di avere paura di lui. Marisa ha lasciato l’azienda intorno alle 17, dicendo che andava a Marsala, e null’altro. Ecco perché servono i cellulari di entrambi, per sapere cosa si sono detti in quell’ultima telefonata.

Lì potrebbe esserci nascosta la chiave di questo mistero. L’uomo dopo avere ucciso l’ex compagna deve averle preso il telefonino e poi, insieme al suo,  magari li ha buttati da qualche parte. Forse in autostrada, o chissà dove. Gli investigatori li stanno  cercando nella zona dov’è stato rinvenuto il corpo senza vita di Reina. Viene scandagliata palmo a palmo la zona intorno il viadotto Cavaseno, lungo l’A29, all’altezza di Gallitello, ma anche il vivaio di contrada Ferla dov’è stato rinvenuto il corpo senza vita della donna. Non si esclude tuttavia che l’assassino possa essersene disfatto in un posto diverso.

Indagini anche sulle armi

Invece sarebbe stato accertato che le armi e le munizioni rinvenute dagli investigatori della Squadra Mobile di Trapani, quelle che erano nella disponibilità di Angelo Reina non erano state denunciate. Non ha comprato legalmente la carabina calibro 22 con la quale ha ammazzato Marisa colpendola sotto l’addome, e la semiautomatica 7,65. Oltre alle munizioni rinvenute nell’auto presa a noleggio, una Porsche Cayenne. Si tratta di una persona con a carico due denunce per stalking, un rinvio a giudizio e che aveva subito un processo non lo avrebbe potuto fare.

Reina era ritenuto un uomo pericoloso, sempre pronto al litigio. Apparentemente poteva mostrarsi sereno, simpatico, dai modi garbati, ma solo con gli estranei. Di sicuro non con con la sua ex compagna, con la quale litigava molto spesso e alla quale, probabilmente, non perdonava l’averlo allontanato per l’ennesima volta. Per quanto riguarda le armi, gli investigatori lavorano per risalire a chi ha fornire all’assassino armi e munizioni ed anche per capire se sono state utilizzate in altre vicende di cronaca.

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