Mafia e aste giudiziarie, 17 misure cautelari in Sicilia: con la violenza garantivano l’acquisto ai propri “clienti”

mafia

Sono più di 300 i carabinieri del comando provinciale di Catania impegnati nelle provincie del capoluogo etneo, di Siracusa e di Teramo per eseguire un’ordinanza di misure cautelari personali emessa dal gip nei confronti di 17 persone, indagate a vario titolo per associazione mafiosa, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso e corruzione. L’operazione Athena, coordinata dalla Procura distrettuale e condotta dai carabinieri della compagnia di Paternò, ha tratto origine dalla denuncia di un imprenditore locale che sarebbe stato minacciato da alcuni mafiosi per farlo ritirare dalla vendita all’asta di un lotto di terreni.

Le mani della mafia sulle aste giudiziarie

Dall’attività investigativa, oltre alle dinamiche criminali e gli elementi di vertice del gruppo Morabito-Rapisarda operativo a Paternò e riconducibile al clan catanese Laudani, sono emersi anche gli interessi dell’organizzazione nel controllo sistematico delle aste giudiziarie di immobili nelle province di Catania e Siracusa. La cosca avrebbe previsto l’intervento “fisico” di propri sodali durante le procedure di vendita per allontanare, anche con la violenza, i partecipanti. Lo scopo era quello di garantire ai propri “clienti” l’acquisto o il rientro in possesso del bene.

Coinvolto anche un avvocato siracusano

Le aste andate a “buon fine” avrebbero fruttato alla consorteria consistenti guadagni, condivisi anche con il gruppo Assinata, articolazione della famiglia Santapaola-Ercolano di Cosa nostra di Catania, che certifica un patto di coabitazione tra i clan. Coinvolto in una delle aste pilotate anche un avvocato siracusano che, in qualità di delegato alla vendita, durante una procedura esecutiva giudiziaria avrebbe favorito l’aggiudicazione di un appartamento al figlio del soggetto che si era rivolto all’associazione mafiosa.
Tra le attività illecite dei Morabito-Rapisarda anche il traffico e lo spaccio al dettaglio di stupefacenti. Durante le indagini, i carabinieri hanno sequestrato complessivamente circa 71 chilogrammi di sostanza stupefacente, tra marijuana e cocaina, e arrestato otto persone in flagranza di reato.

CONTINUA A LEGGERE