Csm nella bufera: «In una loggia massonica magistrati, politici e avvocati»

C’è un dossier su un interrogatorio dell’avvocato Amara che sta mandando in fibrillazione il Csm. Una storia torbida, che potrebbe avere sviluppi eclatanti

Esiste davvero una super loggia massonica chiamata Ungheria? Se la risposta è si, ne facevano davvero parte magistrati, politici, vertici delle forze dell’ordine e militari e avvocati? E se davvero esiste, i suoi componenti hanno nei più alti ranghi dei tribunali i propri uomini? E, ancora, questi avrebbero manipolato l’esito di procedimenti penali? Al momento tanti punti interrogativi, ma, se davvero esiste, perché tutto ciò è stato secretato per un tempo così lungo? Può essere pure che il tempo dirà che la risposta è no, che non esiste, che è tutta una bufala. Ma se è così, allora c’è da chiedersi perché Piero Amara, l’avvocato siciliano al centro della vicenda, non è accusato di calunnia e di auto calunnia. È lui che, autoaccusatosi come membro della loggia Ungheria, ha parlato di una rete di magistrati, avvocati, ufficiali e politici che avrebbero tramato in una loggia di potere occulto.

IL CSM IN FIBRILLAZIONE

Se le accuse sono vere o false al momento non si sa. Fatto sta che il Csm è entrato in fibrillazione. Il suo vicepresidente Davide Ermini ha parlato di manovre opache e destabilizzanti. In ogni caso dietro tutta questa vicenda c’è del torbido. E questo sta sconvolgendo la magistratura, già ferita dopo il libro rivelazione dell’ex pm Luca Palamara. Il procuratore generale presso la Corte di Cassazione Giovanni Salvi ha parlato di gravi violazioni, e ha assicurato che il suo ufficio aprirà indagini. Ma quali sono queste violazioni?

IL VERBALE DI AMARA

Occorre risalire a quando il Pm di Milano Paolo Storari ha avuto in mano un testo che scottava. Si trattava del verbale delle dichiarazioni che gli aveva reso l’avvocato Amara. Il verbale conteneva accuse esplicite alla magistratura perché erano citati nomi e cognomi. Inoltre aveva parlato della loggia massonica Ungheria. Il verbale venne secretato, e secondo il pm Storari era rimasto chiuso per troppo tempo in un cassetto. Per questo motivo chiese un appuntamento all’allora membro del Csm Piercamillo Davigo. I due si incontrarono, e il verbale venne consegnato a Davigo. Questo incontro ha mandato su tutte le furie il Procuratore Generale Giovanni Salvi, che ha rimproverato a Davigo di non aver detto a Storari di presentare un regolare esposto al Consiglio, così come era accaduto un anno prima per una vicenda analoga. Ma Davigo ha replicato spiegando che non aveva potuto, in quanto nella prima commissione del Csm c’era un membro che era citato nelle carte. Il riferimento era a Sebastiano Ardito, un consigliere ora in rotta di collisione con lo stesso Davigo, che adesso assicura di avere avvertito della sua posizione chi di dovere. Insomma una storia torbida, un po’ confusa, che forse è appena cominciata. Con al centro questo avvocato siciliano. Al momento non è ancora chiaro se le sue dichiarazioni sono solo fango sulla magistratura, come quelle di alcuni pentiti, oppure potrebbero rivelare realtà anche sconvolgenti.