L’ira di Salvatore Borsellino: “Rifiuti e gatti sulla lapide che ricorda Paolo”

“Questo è lo stato di un altro luogo simbolo a Palermo: una colonia e un posto di ristoro per i gatti”, così ha denunciato su Facebook Salvatore Borsellino, riferendosi alla lapide che si trova in via Cilea. 

Proprio lì dove abitava suo fratello, il giudice Paolo Borsellino. Il luogo celebra infatti il suo sacrificio e quello degli agenti della scorta, uccisi nella tragica strage di via D’Amelio. Un post, quello di Salvatore, accompagnato da diverse foto per mostrare lo stato di degrado, con piatti di plastica e resti di cibo.

“E’ giusto che abbiano qualcosa da mangiare e un ricovero – ha scritto Salvatore Borsellino – ma non c’era un altro posto per accogliere i gatti? Non sarei mai intervenuto in proposito se non fossi stato spinto dall’indignazione per quello che è avvenuto in via D’Amelio dove qualcuno aveva preso l’abitudine di far usare come una latrina al proprio cane l’albero di ulivo e la targa che ricorda l’eccidio.

 

Si tratta, ovviamente, di qualcosa di ben diverso rispetto a curarsi e dare del cibo a degli animali senza casa e senza padrone, l’unica cosa che ho voluto far notare nel post su via Cilea – spiega ancora Salvatore Borsellino – è il fatto che si sarebbe potuto scegliere un altro posto, che non penso non sia disponibile in quella stessa via, per assicurare ai gatti un rifugio sicuro e confortevole dove provvedere alle loro necessità. Curandosi poi in ogni caso di mantenere il posto pulito e senza lasciare i piatti di plastica del cibo già consumato”.

La risposta a Salvatore Borsellino

Rassicurazioni per un intervento immediato sono arrivate dal vicesindaco Carolina Varchi, a cui lo stesso Borsellino, subito dopo la pubblicazione del post aveva inviato un messaggio, dicendo che “è indispensabile un maggior decoro per un posto come quello, dove in tanti vanno per un omaggio ai morti“.

A stretto giro è arrivata la replica di Varchi, “persona molto sensibile non soltanto alla memoria di Paolo Borsellino ma anche, come si deduce dalla sua risposta, alle necessità degli animali senza un padrone”, dice il fratello del giudice ucciso nella strage di via D’Amelio. “Sono d’accordo con te e mi occuperò anche di questo, il benessere animale può coniugarsi con il decoro”, ha scritto Varchi a Borsellino.