L’attacco dell’Iran contro Israele, ferma condanna al G7: “Tutti evitino l’escalation”

“In seguito agli attacchi iraniani contro Israele, martedì ho convocato una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri degli Affari esteri dell’Ue in videoconferenza. Il nostro obiettivo è contribuire alla riduzione della tensione e alla sicurezza della regione”. Ad annunciarlo su X è l’Alto rappresentante Ue per la Politica estera Josep Borrell. Dopo l’attacco da parte dell’Iran nelle scorse ore, Israele ha annunciato che sta preparando la sua riposta.

“La portata di tale risposta deve ancora essere determinata”, ha dichiarato un funzionario israeliano alla Cnn, spiegando che Tel Aviv deve decidere se “rompere tutti i piatti” o adottare un approccio più misurato. Le varie opzioni, ha aggiunto, dovrebbero essere discusse nella riunione del gabinetto di guerra.

Il confronto tra Iran e Israele “non è ancora finito”, ha dichiarato il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, dopo il lancio di droni e missili della scorsa notte contro lo Stato ebraico da parte di Teheran. Lo riporta la Cnn. “Lo Stato di Israele è stato attaccato con centinaia di missili” e droni – ha ricordato – e le forze di difesa israeliane (Idf) “hanno contrastato questo attacco in modo impressionante”. Il ministro ha quindi esortato gli israeliani a rimanere “vigili e attenti alle istruzioni pubblicate dall’Idf e il Comando del fronte interno”. Gallant ha sottolineato che Israele “deve essere preparato ad ogni scenario”.

La telefonata tra Biden e Netanyahu

In una lunga telefonata il presidente americano Joe Biden avrebbe dissuaso Benyamin Netanyahu dal dare il via libera a un attacco di rappresaglia immediato contro l’Iran. A riportarlo è il New York Times. Secondo la ricostruzione del quotidiano, diversi membri del gabinetto di guerra israeliano erano favorevoli al lancio di un attacco di risposta ma l’assenza di gravi danni causati dall’Iran, oltre alla conversazione di Netanyahu con Biden, avrebbero portato al suo annullamento.

Iran: “Una lezione al nemico”

“Le nostre forze hanno dato una lezione al nemico, e ogni sua nuova avventura avrà una risposta più pesante”, ha affermato il presidente iraniano Ebrahim Raisi, citato dalle agenzie di Teheran. Nelle scorse ore l’Iran ha fatto appello a Israele perché non reagisca al suo attacco diretto di droni e missili, definito giustificato e risposta obbligata al raid contro il consolato di Damasco. “La questione può considerarsi chiusa così”, ha detto la rappresentanza iraniana all’Onu.

“Ma se il regime israeliano commetterà un nuovo errore, la risposta sarà considerevolmente più dura”, ha dichiarato l’ambasciatore Saed Iravani, che ha inviato una lettera alla presidenza del Consiglio di sicurezza Onu e al segretario generale Antonio Guterres affermando che l’attacco contro Israele “rientra nell’esercizio del diritto di Teheran all’autodifesa”.

Il ministero degli Esteri in Iran, intanto, ha convocato gli ambasciatori di Gran Bretagna, Francia e Germania a seguito delle loro posizioni assunte di fronte agli attacchi di Teheran contro Israele.

Hamas difende l’attacco iraniano: “Meritata risposta”

Da Hamas arrivano dichiarazioni in difesa dell’attacco iraniano. “Consideriamo l’operazione militare condotta dalla Repubblica islamica dell’Iran un diritto naturale e una meritata risposta al crimine di aver preso di mira il consolato iraniano a Damasco e all’assassinio di diversi leader delle Guardie rivoluzionarie”, recita una nota.

Gli inviti alla moderazione

Sullo scacchiere internazionale tanti gli inviti alla moderazione, a partire da quello della Nato. “Condanniamo l’escalation notturna iraniana, invitiamo alla moderazione, mentre monitoriamo gli eventi da vicino. È di vitale importanza che il conflitto in Medio Oriente non vada fuori controllo”, ha dichiarato il portavoce dell’Alleanza atlantica Farah Dakhlallah.

Il ministro degli Esteri della Turchia, Hakan Fidan, in una conversazione telefonica con l’omologo dell’Iran, Hossein Amirabdollahian, ha riferito che Ankara non vuole un’ulteriore escalation nella regione. A renderlo noto è l’agenzia di stampa Anasolu che cita fonti diplomatiche. Fidan avrebbe anche espresso il desiderio di porre fine a tutte le azioni che potrebbero accrescere la tensione.

A esprimere “estrema preoccupazione” anche il ministero degli Esteri russo. “Esprimiamo estrema preoccupazione per un’altra pericolosa escalation nella regione – ha dichiarato, citato dalla Ria Novosti -. Abbiamo ripetutamente avvertito che le molteplici crisi irrisolte in Medio Oriente, spesso alimentate da azioni provocatorie e irresponsabili, in primo luogo nell’area del conflitto israelo-palestinese, porteranno all’aumento della tensione”.

“Faccio un accorato appello affinché si fermi ogni azione che possa alimentare una spirale di violenza, col rischio di trascinare il Medioriente in un conflitto bellico ancora più grande”. Lo ha detto Papa Francesco, dopo la recita dell’Angelus.

Tajani: “Nessun pericolo grave per i nostri concittadini”

“Questo non è il momento del panico, è una situazione molto complicata, però vorrei rassicurare i cittadini italiani e i familiari degli italiani che vivono in quella parte del mondo: per adesso non c’è alcun pericolo grave per i nostri concittadini”. A parlare così a “In mezz’ora” è il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Tutto dipende da quello che farà Israele e se l’Iran non lancerà altri attacchi, come ha detto. Vedremo la reazione di Tel Aviv. Speriamo che prevalga in Israele il buon senso e credo che si possa chiudere questa vicenda con il successo militare di venerdì sera, senza conflitti diretti tra Israele e Iran”.

“Ho chiesto – ha aggiunto Tajani – al ministro degli Esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian di farsi parte diligente presso gli Houthi per far sì che non attacchino le navi mercantili italiane nel Mar Rosso”.

“È stato un incontro per testare le misure di sicurezza che sono già molto alte – ha dichiarato il prefetto di Roma, Lamberto Giannini, al termine del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza in prefettura-. I servizi da quando è iniziata la crisi sono già molto alti, però era bene fare il punto e ragionare sulla situazione. Nella città di Roma e in Italia c’è sempre tantissima attenzione”. Poi ha aggiunto: “Stiamo lavorando per fare bene, per garantire la sicurezza e la percezione di sicurezza. Con la comunità ebraica c’è uno scambio informativo e di impressione continuo”.

Foto REUTERS/Ronen Zvulun

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