Infarto scambiato per un mal di pancia, uomo muore a Trabia: per la famiglia risarcimento da oltre 700mila euro

infarto

Un infarto scambiato per un dolore di stomaco. È quanto accaduto nel 2010 a un uomo di Trabia, Giovanbattista Buttita, deceduto all’età di 77anni. La Corte d’Appello civile di Palermo ha ora confermato la condanna emessa dal tribunale di Termini contro l’Asp, un medico in servizio all’ospedale Cimino e la compagnia assicurativa Amtrust: è la conclusione del processo civile (quello penale era stato già archiviato) per la morte dell’uomo, i cui familiari dovranno ricevere un risarcimento da 706mila euro.

Infarto scambiato per un mal di pancia, la vicenda

Secondo quanto ricostruito, nel 2010 Giovanbattista Buttitta si era presentato al pronto soccorso di Termini Imerese con forti dolori nella zona toracica e addominale. Il medico in servizio eseguì un elettrocardiogramma e dispose degli esami del sangue. L’elettrocardiogramma avrebbe evidenziato problemi cardiaci e una condizione da tenere sotto controllo, ma il medico diagnosticò una epigastralgia. Il paziente venne lasciato in astanteria con una flebo contenente un diuretico. Colpito da infarto del miocardio, il 77enne morì poco dopo.

Il processo d’appello

I familiari di Giovanbattista Buttitta, assistiti dagli avvocati Francesco Paolo Sanfilippo e Massimo Fricano, si rivolsero al tribunale civile di Termini Imerese. Quest’ultimo condannò solidalmente tra loro l’Asp di Palermo e il medico in servizio presso l’ospedale termitano a pagare un risarcimento quantificato in euro 706.000, oltre interessi e spese legali quantificate in euro 36.000 circa.

Su richiesta degli appellanti, la Corte d’appello ha affidato nuovi accertamenti a un perito confermando però l’esito della sentenza di primo grado e condannando ulteriormente le parti al pagamento delle spese per il secondo grado di giudizio.

I legali hanno reso noto che, pur non avendo l’Asp proposto ricorso in Cassazione contro la sentenza d’appello, ad oggi – a distanza di 14 anni dai fatti – non ha ancora versato ai familiari del signor Buttitta la somma, con un aggravio di spesa legato alla lievitazione degli interessi di legge sulle somme non corrisposte. I legali hanno quindi avviato tutte le necessarie iniziative per recuperare il risarcimento tenendo però conto che la compagnia assicurativa ha già corrisposto 340 mila euro.

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