In Svizzera il tesoro di Messina Denaro: la polizia elvetica stava per arrestare il boss

Messina Denaro stava per essere catturato “ma improvvisamente l’informatore italiano ha avuto paura e l’operazione fallì”

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Matteo Messina Denaro, morto in carcere nel settembre scorso, ha portato con sé tutti i suoi segreti. Anche quelli relativi alla sua immensa fortuna in denaro, di cui nessuno ha traccia. Adesso, però, si sta tornado su una vecchia pista e l’interesse degli investigatori si è orientato verso la Svizzera. La Procura di Palermo ha infatti riaperto la rogatoria di ricerca dei capitali nella Repubblica federale svizzera: già nel 2015/2016 i magistrati della procura federale hanno perquisito società finanziarie e istituti di credito ticinesi e hanno sentito alcune persone che erano in affari con Giovanni Domenico Scimonelli, che sta scontando un ergastolo. Un uomo che è stato un brillante uomo d’affari e ha vissuto per vent’anni a Locarno. È considerato colui che controllava i conti correnti di Messina Denaro, oltre a fare da corriere tra la Sicilia e il Ticino per il trasferimento di denaro. Sarebbe anche riuscito ad ottenere l’uso schermato di carte di credito, indispensabili  per finanziare la lunga latitanza del boss.

Nel dicembre del 1966 in Svizzera stavano per arrestare Messina Denaro

Come scrive il Giornale di Sicilia, grazie all’eccezionale testimonianza dell’ex capo del nucleo criminalità organizzata di Zurigo, che ha partecipato in una trasmissione di una tv svizzera, si è saputo che Messina Denaro poteva essere catturato già nel dicembre 1996 proprio in Svizzera.

Il boss, ricercato in tutto il mondo, in quel periodo sarebbe stato infatti in Svizzera, proprio dove adesso gli investigatori cercano il suo tesoro. L’ex agente ha raccontato in tv: “Era il dicembre del 1996 quando sono stato chiamato dalla polizia di Lugano. Mi dissero che c’erano due ufficiali della guardia di finanza con un informatore che sapeva dove trovare Matteo Messina Denaro. Così presi in carico i due ufficiali per un’operazione importante e urgente. Si trattava di arrestare in Svizzera un mafioso di primo rango”. Ha anche spiegato che uno dei due ufficiali era il fratello dell’allora capo della polizia italiana, Andrea De Gennaro, ai tempi capo del reparto comunicazioni.

“A un passo dalla cattura l’operazione fallì”

L’ex poliziotto ha ricordato: “L’area di ricerca iniziale si era concentrata fra Waldshut e Costanza, perché vi erano stati vari passaggi con la frontiera tedesca. Ma dopo alcuni giorni l’informatore che guidava il gruppo ha avuto paura, e improvvisamente cominciò a essere meno collaborativo. L’ultimo luogo in cui era stato segnalato Messina Denaro fu a Wettingen in Argovia, ma ad un passo dalla cattura l’operazione fallì. Infine ha aggiunto: “Mi ricordo che era dicembre e mi ero detto, sarebbe proprio un bel regalo concludere l’anno con un arresto così eccellente”.

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