Il papà di Giulia Cecchettin: “Amore mio, saluta la mamma e dacci la forza di sperare”

“Ci ha travolto una tempesta terribile. Una tempesta di dolore che sembra non finire mai”, così Gino Cecchettin al termine dei funerali di Giulia Cecchettin. “Grazie a tutti per il vostro sostegno, di cui avevamo bisogno in queste settimane terribili”.

Mia figlia Giulia era proprio come l’avete conosciuta. Una giovane donna straordinaria, allegra, vivace. Oltre alla laurea che si è meritata, si è guadagnata ad honorem anche il titolo di mamma. Nonostante la giovane età, era già diventata una combattente”.

“Com’è potuto succedere a Giulia? Ci sono tante responsabilità”

“Il femminicidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita delle donne. Vessate, costrette ad abusi fino a perdere la loro libertà prima di perdere anche la vita. Come è potuto accadere a Giulia? Ci sono tante responsabilità, ma quella educativa ci riguarda tutti. Mi rivolgo agli uomini, noi per primi dovremmo essere agenti di cambiamento. Parliamo con gli altri uomini. Dovremmo essere attivamente coinvolti, ascoltando le donne e non girando la testa di fronte ai gesti di violenza. A chi è genitore come me, parlo con il cuore. Insegniamo il valore del sacrifico e dell’impegno, creiamo il clima che favorisca il dialogo sereno nel rispetto della sacralità di ogni persona, all’amore vero e non alla possessività. Da questo tipo di violenza ne riusciamo ad uscire solo se siamo tutti coinvolti.

“Il vero amore non è né fisico né romantico”

La vita della mia Giulia ci è stata sottratta in un modo crudele, ma la sua morte può e deve essere d’aiuto per eliminare la violenza sulle donne”. Gino Cecchettin cita poi una poesia di Kahlil Gibran: “Dovrebbe essere questo il vero modo di vivere: Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l’accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà. Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno. La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia!”

“Addio Giulia, addio amore mio”

“Salutaci la mamma, ti penso abbracciata a lei e penso che il vostro amore sia così forte da sostenere Elena, Davide e me. Noi tre che siamo rimasti vi promettiamo che impareremo a danzare sotto la pioggia. Grazie per l’immensa tenerezza che ci hai regalato in questi 22 anni di vita. Io non so pregare ma so sperare. Voglio sperare insieme a te e alla mamma, ad Elena e Davide, che tutta questa pioggia di dolore possa fecondare le nostre vite, il suo frutto di perdono e di pace. Addio Giulia, amore mio”.