Il netturbino stupratore picchiato in carcere dagli altri detenuti: spostato ai domiciliari

Sullo smartphone del netturbino romano le immagini delle donne vittime di violenza, che mandava anche ad amici e colleghi commentandole con toni denigratori e sprezzanti

All’interno delle carceri esiste una legge non scritta destinata a chi compie reati di abusi su donne e bambini. Per questo Ubaldo Manuali, il netturbino stupratore, ha ricevuto l'”accoglienza”  dai detenuti del carcere di Regina Coeli, dov’è entrato dopo l’arresto del 18 settembre. Il presunto stupratore avrebbe ricevuto un bel po’ di bastonate e per questo si trova dalla scorsa settimana ai domiciliari.

La novità emerge dalle indagini, ancora in corso, sul 59enne netturbino di Riano che, dopo pochi giorni trascorsi a Regina Coeli, ha ricevuto il permesso, a sua tutela e senza un nuovo pronunciamento del gip, di spostare la sua detenzione preventiva, con braccialetto elettronico di sorveglianza, a casa della sorella a Cerveteri.

Per il netturbino in carcere un'”accoglienza” adeguata

Una misura resasi necessaria, a quanto pare, per “l’accoglienza” che gli hanno riservato gli altri detenuti, appena appresi i motivi del suo arresto. Lo avrebbero picchiato più persone, ed anche in altre circostanze lo avrebbero malmenato, insultato, minacciato. Su questi episodi sono in corso accertamenti per risalire ai responsabili, ma il clima, in generale, per lui si era fatto così teso che è stato deciso in urgenza il suo  trasferimento.

Un’altra donna ha denunciato uno stupro

Ubaldo Manuali è accusato di aver sedato, violentato e filmato almeno tre donne. Forse però sono più di tre. Il quadro indiziario sull’operatore ecologico si è aggravato. Anche ieri mattina, al commissariato Flaminio Nuovo di Roma c’è stata per lui una denuncia. Si è presentata una donna che, dopo aver visto il suo volto in questi giorni di grande attenzione mediatica, lo ha denunciato per un presunto stupro che avrebbe subìto. Un racconto non verificabile, però, al quale difficilmente verrà dato seguito. Conferma comunque che sul passato dell’uomo è saltato il tappo di paura, vergogna e incertezza che lo ha tenuto al riparo dalla giustizia in questi anni. Per questo, probabilmente, altre donne troveranno il coraggio di denunziarlo.