Il “Fatto Quotidiano” raddoppia con una vignetta pseudo “riparatoria”

Marco Travaglio, direttore de “Il Fatto Quotidiano”, contro «i cognati dell’impero di Melonia e del regno di Lollobrigidia»

Il quotidiano diretto da Marco Travaglio, “il Fatto Quotidiano”, dopo la polemica di ieri raddoppia. Il fumettista Natangelo ha pubblicato una nuova vignetta, anche stavolta in prima pagina. Quella disegnata ieri ritraeva la moglie del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, ovvero la sorella della premier, Arianna Meloni, a letto con una persona di colore che le chiedeva: «E tuo marito?». Lei rispondeva: «Tranquillo, sta tutto il giorno a combattere la sostituzione etnica». Oggi c’è il seguito, intitolato “Vignetta riparatoria”. Questa volta nello stesso letto ci sono marito e moglie, con lui che legge la Gazzetta dello Sport e lei che dice: «Preferivo la vignetta di prima». Lui risponde: «Come dici, cara?». E lei: «No, gnente, bonanotte Francé».

L’editoriale di Travaglio

A rincarare la dose ci pensa anche l’editoriale del direttore Marco Travaglio, pubblicato in prima pagina. Il titolo è “I cognati dell’impero di Melonia e del Regno di Lollobrigidia”, e inizia facendo il verso al discorso con cui Mussolini annunciò l’entrata dell’Italia nella seconda guerra mondiale. «Combattenti di terra, di mare, dell’aria; fondi neri della rivoluzione e dei condoni; fratelli e sorelle d’Italia, cognati dell’Impero di Melonia e del Regno di Lollobrigidia; ascoltate! Un’ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra Patria. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori del Fatto Quotidiano. Scendiamo in campo contro la vignetta plutocratica e reazionaria di Natangelo! La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti: vincere! E vinceremo», scrive Travaglio.

«Lollobrigida preso in castagna quattro volte»

Poi il direttore del “Fatto” spiega che l’oggetto del fumetto non era certo la sorella di Giorgia Meloni, ma suo marito. Che è stato «preso in castagna» in quattro circostanze: «Essere ministro per motivi famigliari; essersi infilato, come la prima gallina che canta, nelle maldicenze sul vero padre del figlio di una sorella d’Italia (quando avvertì i giornalisti: “Vediamo chi sarà il primo a fare il nome”); essere l’autore della sparata sul figliare contro la “sostituzione etnica”; appartenere a una (in)cultura ossessionata dall’uomo nero che ci ruba il lavoro, la roba e le donne (tutt’uno con la roba)».

La difesa della premier, di Osho e della stessa Arianna Meloni

Infine, la conclusione di Travaglio: «La figura positiva della vignetta, la moglie, viene scambiata per vittima da chi pensa che il gallo italico sia un playboy da invidiare e la donna che gli rende pan per focaccia (con un “negro”, poi) sia una puttana. Una volta si diceva: “Se non lo capisci, ti faccio un disegno”. Ma questi non capiscono neppure i disegni: d’ora in poi solo vignette con la didascalia». Travaglio già ieri aveva detto che non sentiva la necessità di scusarsi per il fumetto pubblicato in prima pagina dal suo giornale.

La premier Giorgia Meloni aveva dedicato alla vicenda uno status su Facebook difendendo la sorella. Mentre il vignettista Osho non aveva difeso il collega Natangelo. Arianna Meloni ha invece affidato a un post su Facebook la risposta: «Lo sanno queste persone che dietro alle loro cattiverie esistono persone? Persone con i loro problemi, le loro angosce, con i loro sentimenti, con le loro paure?».