I ministri Tajani e Crosetto: «Dietro il boom degli sbarchi in Italia i russi e la brigata Wagner»

Il fondatore e capo della brigata Wagner, Yevgeny Prigozhin, ha respinto al mittente le accuse, rivolgendo a Crosetto una volgare offesa

Dietro il boom di sbarchi che nel 2023 sta interessando senza interruzione l’Italia, ci potrebbe essere una strategia voluta dalla Russia, che si servirebbe della Brigata Wagner, pagata da Mosca. Questo è lo  scenario ipotizzato ieri per due volte, nel giro di poche ore, da due esponenti di primo piano del governo Meloni: il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il suo collega della Difesa Guido Crosetto. Sostengono entrambi che i mercenari che controllano con la loro influenza ampie zone del Nord Africa, stiano usando i flussi di migranti come arma ibrida contro l’Italia, e, per questo, hanno chiesto  ‘l’intervento di Ue e Nato.

In particolare il ministro della difesa Guido Crosetto in proposito ha detto: «Mi sembra che ormai si possa affermare che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, la componente di una chiara strategia di guerra ibrida che la divisione Wagner sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi africani».

«Mudak», la volgare risposta della Wagner

La Brigata Wagner è la società russa di mercenari impegnata in prima linea nella guerra in Ucraina, e attualmente concentrata sul fronte di Balchmut). Ma da anni è attiva anche in molti scenari «caldi» dell’Africa.  Ed è per questo che i due ministri hanno ha chiamato in causa questi soldati privati filo Putin. Ma il fondatore e capo della brigata Wagner, Yevgeny Prigozhin, in un audio postato sul canale Kepka Prigozhina ha respinto al mittente le accuse provenienti dal governo italiano.  Mettendo nel mirino soprattutto il ministro della Difesa. «Crosetto ─ ha tuonato Prigozhindovrebbe guardare meno in altre direzione e occuparsi dei suoi problemi, che probabilmente non è riuscito a risolvere. Noi non siamo al corrente di ciò che sta succedendo con la crisi migratoria, non ce ne occupiamo, abbiamo un sacco di problemi nostri di cui occuparci».

Prigozhin è arrivato anche a insultare il ministro, chiamandolo «mudak», un termine russo molto volgare e offensivo che letteralmente significa testicolo, ma usato per indicare testa di c…o o str…o.  Aggiungendo anche: «Prima si parlava di compagnia privata Wagner, poi ad un tratto è diventato gruppo Wagner, ora invece viene fuori che è una divisione Wagner, e l’Italia è la prima ad usare questa parola in tanti anni».