Carabiniere uccide il comandante e si barrica in caserma: si arrende dopo 12 ore

Il comandante, di origini palermitane, era stato trasferito ad Asso dopo 17 anni trascorsi nella stazione di Bellano, sul lago di Como, perché accusato di intrighi amorosi con donne del paese

Nella stazione dei carabinieri di Asso, nel Comasco,  si sono vissute ore di angoscia e di paura.  Il brigadiere Antonio Milia, in servizio nella caserma,  ha ucciso il comandante  Doriano Furcieri, di origini palermitane,  sparando con la pistola di ordinanza .  L’uomo poi  si è asserragliato nella stazione,  che è stata circondata dai militari e anche dei corpi speciali. Sono stati almeno tre i colpi esplosi: chi era in caserma in quel momento ha sentito distintamente un colpo, quindi i lamenti del ferito e poi almeno altri due colpi. Il brigadiere si è asserragliato in un locale all’interno dell’edificio, e da quel momento, per nessuno è stato possibile sincerarsi delle condizioni del comandante. Alcuni testimoni hanno riferito che il brigadiere che ha sparato ha urlato: “L’ho ammazzato”.

Per molte ore non si sono avute  conferme ufficiali della morte del comandante, ma con il passare delle ore si è temuto il peggio per la sua vita. Intorno alla caserma di Asso sono si sono piazzati i reparti speciali dell’Arma, pronti a intervenire, con giubbotti antiproiettile. Le trattative sono andati avanti per 12 ore, anche perché il Milia minacciava di suicidarsi, Poi, alle 5:40 di stamattina la situazione si è sbloccata. Le forze dell’ordine hanno fatto irruzione dentro la caserma, ed hanno arrestato il brigadiere, che si era arreso, e lo hanno portato via zoppicante.

Le notizie che si conoscono

Sono ancora sconosciuti i motivi di quanto avvenuto. Si sa, comunque, che il comandante Furcieri, era ad Asso dal mese di febbraio, perché  aveva subìto un trasferimento  dopo 17 anni trascorsi  come comandante della stazione di Bellano, sul lago di Como. Un  trasferimento dovuto al fatto che dal mese di dicembre dello scorso anno  nel paese erano comparse sui muri scritte anonime con  ingiurie e accuse rivolte al il sottufficiale. Le scritte denunciavano  presunti intrighi amorosi del comandante con più di una donna sposata, ed i rispettivi mariti si dicevano pronti a passare alle vie di fatto. Altre scritte denunciavano invece una situazione lavorativa irregolare in capo alla moglie del comandante. Invece il brigadiere Milia era stato convalescenza per diversi mesi, perché affetto da problemi di disagio psicologico, ed era rientrato in servizio da alcuni giorni.