Arrestata madre aguzzina, accusata di avere torturato la figlia per 5 anni

Se la figlia prendeva meno di dieci veniva punita con metodi violentissimi. A denunciare il fatto la professoressa di spagnolo che aveva notato lividi

La Procura di Roma ha chiesto e ottenuto gli arresti domiciliari per una donna 37enne di origine cinese, con l’accusa i maltrattamenti in famiglia aggravati nei confronti della figlia. Lo scrive oggi il Messaggero. Negli atti, il pubblico ministero Antonio Verdi, ha elencato le angherie inflitte alla figlia, proseguite per quasi cinque anni. Fin da quando aveva 10 anni. Le giornate della ragazzina erano organizzate con regime quasi militare. Dodici ore al giorno impegnate tra studio folle e attività sportive diverse. La madre pretendeva che a scuola i voti fossero altissimi: se la figlia prendeva meno di 10, scattavano le punizioni. Violentissime, anche quando la vittima era solo una bambina.

PER LA FIGLIA VERE E PROPRIE TORTURE

I castighi che la madre infliggeva alla figlia erano vere e proprie vessazioni. Negli atti ne vengono elencati alcuni. La testa della ragazzina veniva immersa in una bacinella di acqua gelata. Oppure le sue mani venivano legate dietro la schiena con un rotolo di nastro adesivo o con uno spago. E, immobilizzata, veniva lasciata seduta su una sedia da sola per ore. In alcune occasioni all’adolescente sarebbe stato impedito di dormire per due giorni consecutivi, per riflettere sulle sue presunte mancanze. Le torture sarebbero andate avanti dal 2017, quando la vittima era ancora una bambina di dieci anni. Solo adesso, che di anni ne sta per compiere 15, ha trovato il coraggio di chiedere aiuto e denunciare le violenze subite per troppo tempo.

L’INTERVENTO DELLA PROFESSORESSA

Ad accorgersi del disagio dell’adolescente è stata, alcuni mesi fa, una delle sue professoresse. L’insegnate di spagnolo. La ragazzina, esausta dopo l’ultima giornata estenuante, si era addormentata durante una lezione. Quando la prof le ha chiesto cosa le stesse succedendo, aveva raccontato in lacrime le umiliazioni e le vessazioni subite. Aveva anche dei lividi sul corpo: la madre l’aveva percossa con un righello. Una volta l’aveva picchiata con un mestolo da cucina e, in un’altra occasione, l’aveva percossa con una stampella. L’insegnante, dopo avere ascoltato quella storia incredibile, ha contattato il Telefono azzurro, ha esposto la situazione agli operatori e, poi, li ha fatti parlare direttamente con la ragazza.  Da qui è scattata la segnalazione in Procura e l’apertura dell’inchiesta. La donna ha giustificato le punizioni come reazioni a insuccessi scolastici intollerabili. Ma, negli atti, sia il giudice che il pm hanno sottolineato che, in realtà, la ragazzina era diligente e molto studiosa. Nelle pagelle e nelle interrogazioni i voti erano quasi sempre alti. Inoltre la madre, oltre a faticare sui libri la obbligava a praticare diversi sport, e a seguire corsi di lingue straniere.