“Armi acquistate e cedute a soggetti malavitosi”, guardia giurata in arresto a Palermo

Le indagini sono scaturite dalla denuncia effettuata dallo stesso arrestato, che aveva segnalato il furto di numerose armi e munizioni da lui detenute all’interno di un box

microcar

La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip presso il Tribunale di Palermo, nei confronti di un cittadino italiano, sospettato di essere responsabile di illegale detenzione e cessione di più armi comuni da sparo, con matricola abrasa. L’attività di indagine, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, trae origine dalla denuncia effettuata dallo stesso arrestato. Già guardia particolare giurata e titolare di licenza di porto d’armi, l’uomo aveva infatti segnalato il furto di numerose armi e munizioni da lui detenute all’interno di un box nella sua disponibilità.

Nel corso dei riscontri avviati nell’immediatezza, gli agenti hanno però accertato delle palesi falsità contenute nella denuncia nonché l’assenza di segni di effrazione nei luoghi che dovevano preservare la custodia delle armi.

Più di cinquanta armi e centinaia di munizioni acquistate

I successivi approfondimenti svolti dalla Squadra Mobile hanno consentito poi di acclarare come l’indagato avesse regolarmente acquistato presso diverse armerie della provincia, in poco più di un anno, più di cinquanta armi e centinaia di munizioni, con il sospetto che le avesse cedute clandestinamente a terzi soggetti.

Nel corso delle progressioni investigative, la Squadra Mobile ha proceduto al rinvenimento e sequestro di tre armi con matricola abrasa, una con la collaborazione della Polizia Giudiziaria del Commissariato San Lorenzo, presumibilmente riconducibili all’indagato. All’esito di mirati e puntuali accertamenti balistici condotti da personale del locale Gabinetto di Polizia Scientifica, attraverso la procedura tecnica di rigenerazione della matricola, dette armi sono infatti risultate tra quelle acquistate e poi rivendute dall’indagato.

La Polizia sottolinea inoltre che le armi, all’atto del rinvenimento, si trovavano tutte nella disponibilità di soggetti orbitanti in contesti malavitosi, anche di natura strutturata, e riferibili a contesti criminali dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti e alle rapine.

Si rappresenta che la responsabilità penale delle condotte elencate sarà definita solo dopo l’emissione di eventuali sentenze passate in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di innocenza.

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