Anniversario morte Paolo Giaccone, il medico che disse “no” alla mafia

Si è svolta questa mattina la commemorazione in ricordo di Paolo Giaccone, ucciso l’11 agosto 1982 dalla mafia per essersi rifiutato di falsificare una perizia. La cerimonia si è tenuta presso l’Istituto di Medicina legale dell’Università di Palermo, al Policlinico Universitario, davanti al cippo eretto in suo onore. 

Paolo Giaccone fu ucciso l’11 agosto di 33 anni fa davanti al Policlinico di Palermo, l’ospedale in cui prestava servizio come medico legale. Ad attenderlo tra i viali alberati c’erano tre uomini, di cui uno a bordo di una 126, che faceva il ‘palo’. Gli altri due lo assassinarono con numerosi colpi di pistola. Poi si dileguarono su una moto.

Giaccone, tra i più validi esperti di medicina legale, divenne una vera e propria spina nel fianco per Cosa Nostra nel momento in cui gli venne affidato l’incarico di esaminare l’impronta digitale di alcuni sicari che, nel dicembre del 1981, si erano resi responsabili di una sparatoria a Bagheria. In quell’occasione morirono quattro persone.

L’impronta era di Pino Marchese, ”uomo d’onore” della cosca di corso dei Mille. Il medico iniziò a ricevere pressioni e la richiesta è una, chiara e semplice: falsificare i risultati dell’esame, evitando così di svelare l’identità dell’assassino. L’inizio degli anni Ottanta era stato caratterizzato da un’ ondata di omicidi e violenze, e non passava inosservata la complicità tra lo Stato e la criminalità: in questo clima, Paolo Giaccone prende una decisione da uomo libero e declina la richiesta di insabbiare il proprio lavoro nonostante le numerose minacce.

Questa scelta di correttezza verso il proprio lavoro e di fedeltà alla propria etica è stato ciò che ha decretato la sua condanna a morte. Paolo Giaccone morì così: da eroe borghese.

“A quarantuno anni dalla scomparsa, resta vivo il ricordo della figura di Paolo Giaccone, medico che ha sempre portato avanti il proprio mestiere con grande senso del dovere e che, davanti alla minaccia mafiosa, ha scelto la via del coraggio e della rettitudine. Per questa ragione, la sua condotta morale resta una significativa testimonianza di integrità e onestà intellettuale da trasferire alle giovani generazioni”. Lo dichiara il sindaco Lagalla.