“A Palermo il lavoro non c’è”, la lotta di chi ha perso il reddito di cittadinanza e da 39 anni è iscritta al Centro per l’Impiego

Giusi ha 57 anni ma da quando ne ha 18 tramite il centro per l’impiego di Palermo ha sempre cercato di trovare un lavoro. Purtroppo senza mai risultato. Avendo famiglia, ha dovuto porre rimedio alla situazione chiedendo il reddito di cittadinanza, ma adesso che il sussidio sarà sospeso dal governo si trova in difficoltà ed è alla ricerca di occupazione.

Giusi ha raccontato la sua storia a “L’aria che tira”, trasmissione di La 7: “Non prendiamoci in giro, a Palermo il lavoro non c’è se non in nero. Mi sono iscritta a 18 anni al centro per l’impiego per trovare un lavoro dignitoso, mai trovato. Percepivo ii reddito di cittadinanza, ma mi è arrivato il messaggio dove veniva comunicata la sospensione. A Palermo neanche se li supplichi ti danno un lavoro, a meno che vuoi fare la schiava in nero, in quel caso si trova”.

Giusi non si è persa d’animo e si è recata prima al Centro per l’Impiego di viale Praga e poi i centri sociali comunali di via Garibaldi dove venerdì si è tenuta la protesta dei percettori di reddito di cittadinanza. Nel primo caso, alla richiesta di offerte di lavoro, la risposta è stata che qui si “danno solo informazioni per chi ha ricevuto il messaggio di sospensione del reddito” e da settembre può iniziare il corso offerto dal governo Meloni. Per un colloquio, invece, con gli assistenti sociali non se ne parla prima del 4 ottobre. 

Giusi a questo punto decide di farsi un giro tra negozi e bar per vedere se ricercano personale, ma niente da fare: “Oggi come ogni mattina non ho concluso niente. Mi lasciano solo le email dove mandare il curriculum, ma senza poi avere la possibilità di fare un colloquio”.

Leggi anche:

Genova, ragazzo di 18 anni ucciso e decapitato perché voleva lasciare il lavoro

Reddito di Cittadinanza abolito, Lagalla: “Preoccupazione comprensibile, ma niente allarmismi” – VIDEO

Donna segregata in casa dal 2011, fermato il marito: la teneva in una stanza nuda e denutrita

Fonte Foto: pagina Facebook Antonio Nicolao