25 aprile, Piantedosi a Castelvetrano: “Rivendicare anche la liberazione dalla mafia”

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Castelvetrano, nel Trapanese, per il giorno della Liberazione.

Il rappresentante del governo Meloni ha partecipato alla cerimonia di disvelamento della teca che contiene la ‘Quarto Savona 15‘, i resti dell’auto di scorta saltata in aria nella strage di Capaci del 1992. Con il ministro è arrivato anche il prefetto Francesco Messina che guida la divisione Anticrimine della Polizia di Stato. Ad accogliere Piantedosi il sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano.

“I resti della Quarto Savona Quindici ci parlano”

“Con piacere ho aderito all’invito del Sindaco di Castelvetrano, che con un gesto simbolico, ha scelto di affidare la celebrazione del 25 aprile, festa nazionale della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, ai resti della Quarto Savona Quindici, resti ‘vivi’, resti che ci ‘parlano’. Un gesto che ha un significato profondo e altrettanto chiaro. Il 25 aprile è il giorno in cui si celebra qualcosa di molto preciso: la sconfitta di un regime che perseguì la negazione della dignità individuale, che sposò la violenza come strumento di regolazione dei rapporti sociali, che fece della coercizione delle coscienze una dottrina di governo e della delazione la principale forma di controllo”.

“Rivendicare la liberazione da Messina Denaro”

La negazione della libertà, individuale e collettiva, semmai è una minaccia da cui dobbiamo preservare le generazioni future, alimentando il senso critico e la libertà di pensiero al di là di ogni conformismo. Ecco perché la cerimonia di oggi ha un valore altamente simbolico. Proprio nel giorno in cui si celebra la Liberazione dal regime fascista, rivendicare anche la liberazione di un territorio dalla mafia – emblematicamente dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro – attinge ai valori più profondi su cui si fondano le democrazie. Ciò perché – e la nostra Costituzione ne offre un’alta testimonianza – le democrazie si fondano sulle libertà”.

“Risvegliare le nostre coscienze”

“Un territorio in mano alla mafia non è libero, i suoi cittadini non sono liberi, perché le loro scelte sono sempre influenzate da forme di condizionamento, sia esso palese o subdolo. Se i diritti non sono di tutti, se un diritto deve essere riconosciuto ed esercitato come un privilegio, questo allontana dalla stessa democrazia delineata nella nostra Costituzione. 
In questo senso, festeggiare il 25 aprile qui, al cospetto della Quarto Savona Quindici, insieme ad una comunità che lotta per il proprio affrancamento dalla criminalità organizzata, significa rigenerare l’insindacabile valore della Liberazione, significa sprigionarne il potere evocativo per risvegliare le nostre coscienze e rammentarci che democrazia e libertà non sono assunti da dare per scontati”.

“Per questo ho voluto celebrare la Liberazione proprio qui oggi, un luogo simbolico da cui – ne sono certo – può avviarsi un concreto percorso di riscatto: il luogo in cui si sono radicati gli interessi di quello che è considerato l’ultimo boss della stagione stragista della mafia e che ha il diritto di rivendicare l’affrancamento da quel condizionamento e di costruire benessere per tutti i suoi cittadini”.

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