20 anni fa nasceva la legge Sirchia, ecco quello che devi sapere

legge sirchia

20 anni fa nasceva la legge Sirchia, per la prima volta in Italia veniva vietato di fumare all’interno di locali pubblici.

Cosa è la legge Sirchia

La legge n.3 del 16 gennaio 2003 con l’articolo 51, entrata ufficialmente in vigore il 10 gennaio 2005, pone per la prima volta il divieto di fumare all’interno dei locali aperti al pubblico. La norma prende il nome dal suo ideatore, l’allora ministro della salute Girolamo Sirchia.

Al suo esordio la nuova legge non trovò immediatamente l’appoggio di tutti i cittadini, al contrario parecchie furono le controversie. Ma al tempo stesso la legge Sirchia ha modificato profondamente l’assetto sociale del nostro paese.

Chi è Girolamo Sirchia?

Girolamo Sirchia, medico e politico italiano, ha ricoperto la carica di ministro della salute dall’ 11 giugno 2001 al 23 aprile 2005. Nonostante la forte critica da più fronti riuscì a dimostrare l’importanza in termini di salute pubblica, di estendere il divieto di fumo nei locali al chiuso. La legge, che prenderà poi il suo cognome, nel giro di pochi anni è stata adottata da diversi stati europei.

In occasione del ventennio dall’approvazione della legge, Sirchia commenta all’Ansa: “La legge 3/2003 è stata una grande battaglia, che i cittadini hanno compreso, tanto che negli anni hanno difeso il provvedimento dai continui attacchi delle multinazionali del fumo più di quanto abbia fatto la politica. Le persone – aggiunge – hanno capito che si tratta di un provvedimento che non guarda agli interessi specifici di qualcuno, come spesso accade, ma a quelli della popolazione, alla loro salute e alla loro vita”.

Tendenza fumatori in aumento

Se al principio la nuova legge contribuì ad abbassare la quota dei fumatori in Italia, dal 2003 al 2020 si è passato da una percentuale che va dal 33% al 22%, con lo scoppio della pandemia e in generale negli ultimi due anni si è realizzato un processo inverso. La percentuale dei fumatori dal 2020 al 2022 è passata dal 22% al 24,2%.

Fonte foto: Ministero della salute