Villa Sperlinga, stabilito il nome ufficiale: ma incuria e sporcizia restano – FOTO

Una recente determina del sindaco Roberto Lagalla ha fatto sì che il nome “Villa Sperlinga” compaia adesso anche sui registri della toponomastica cittadina. Tuttavia, il sito versa in condizioni poco lusinghiere soprattutto se comparate con la sua illustre storia

È recentemente entrata nei registri della toponomastica cittadina ma continua a versare in una condizione di degrado figlia dell’incuria. Si tratta di Villa Sperlinga, giardino originariamente più vasto dell’attuale, nato nel 1667 come riserva di caccia personale di Giovanni Stefano Oneto, duca di Sperlinga.

Villa Sperlinga, le antichi origini…

Una di quelle aree verdi che, come spesso accade a Palermo, ha origini antichissime: il parco rientrava in un ampio appezzamento di terreno, il “Firriato di Sperlinga”, a cui era annessa anche la dimora di villeggiatura della famiglia Oneto. Nel 1835 passò in mano al Senato di Palermo che lo utilizzò come nuovo albergo delle povere. Francesco Paolo Gravina, principe di Palagonia, nel 1839 lo ricevette in enfiteusi e vi fondò lo “Stabilimento di Mendicità”, la cui attività cessò del tutto nel 1906. Nel 1931, la struttura venne poi acquisita dallo Stato per costituirvi il Centro di Rieducazione Minorile e il Tribunale dei Minori.

L’ampio giardino fu invece acquistato da Joshua ed Euphrosyne Whitaker nel 1886. Il parco fu riservato a garden party, competizioni tennistiche e alla cerimonia dell’Empire’s Day. Negli anni Quaranta, l’erede Audrey Sophia Whitaker, dopo un incendio che divorò parte degli alberi della villa – che perse il vincolo di verde storico -, decise di vendere all’impresa romana Società Immobiliare. Nel 1952 l’accordo con il Comune di Palermo per lottizzare i terreni, cedendone una parte per realizzare l’attuale giardino pubblico di fronte piazza Unità d’Italia.

… e l’incuria di oggi

Una recente determina del sindaco Roberto Lagalla ha fatto sì che il nome “Villa Sperlinga” compaia adesso anche sui registri della toponomastica cittadina. Nonostante il sito sia così conosciuto da oltre secoli, il nome ufficiale è arrivato dunque solo nell’ottobre scorso. 

Tuttavia, Villa Sperlinga versa in condizioni poco lusinghiere se comparate con ciò che è stato. A denunciarlo, con tanto di foto, è Giovanni Moncada, presidente dell’Associazione Comitati Civici Palermo. “Questa “sconvolgente” notizia –  dichiara in riferimento alla delibera sindacale – dovrebbe rassicurare noi cittadini sulla gestione di una villa che, invece, non può più definirsi tale. Parliamo piuttosto di una landa desolata, con alberi piantati nei mesi scorsi morti o moribondi per mancanza di acqua, di innaffiature e cure, con una fontana che non è più una vera fontana ma uno sporco acquitrino malsano e antigienico, dove le tartarughe muoiono soffocate nelle acque melmose, circondata da una siepe con due pericolosi varchi, senza protezione, dove si affacciano i bambini col pericolo di caderci dentro”.

“E non basta – prosegue Moncada – per dare identità ad un sito iconico, fare gesti simbolici, come quello di inserire lo spazio verde nella toponomastica o intitolarlo a qualche personaggio illustre, perché il verde ha bisogno di cure, di manutenzione, di attenzione. A Palermo basta guardarsi intorno per capire che la gestione del verde è estremamente carente, sotto tutti i punti di vista”.

[ngg src=”galleries” ids=”226″ display=”basic_thumbnail”]Foto gallery da Associazione Comitati Civici Palermo

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